Bastavano 30 secondi in più e ora staremmo parlando di tutt’altro. Perché 30 secondi possono fare la differenza se a segnare è proprio chi stava per essere tolto dal campo. Il cambio era davvero pronto, Menez aspettava in piedi vicino alla riga del fuori in attesa che la palla uscisse. E invece quella palla è entrata, spinta in rete da Bacca dopo il meraviglioso lavoro di Jack sulla fascia.
Carlos ha salvato il Milan dalla rincorsa della Lazio (pari al Sassuolo a -4), l’esordio di Brocchi ma soprattutto se stesso perché fin lì era stato pessimo. Anzi, orribile per La Gazzetta dello Sport. Al limite dell’indisponenza, perennemente per terra al primo soffio avversario, incapace di servire Balotelli, così egoista da mandare all’aria un 3 vs. 1 per tentare un’insensata azione personale. Finita male. Anche la rabona davanti a Viviano non ha convinto: ma un sinistro decisamente più agevole no? Prestazione complessiva comunque da rivedere. Occhi al cielo per il nuovo mister (Mihajlovic l’avrebbe mangiato). Poi il guizzo vincente, come sempre in area: roba di repertorio che spreca raramente e che vale il fondamentale successo dal sapore di Europa League. Alla fine ha ragione lui: il calcio è fatto di gol e un attaccante deve comportarsi in questo modo.
Quindicesimo sigillo in campionato, diciassettesimo se contiamo anche la Coppa Italia. Il piatto del colombiano è ricco, nonostante avesse fatto fatica per un mese abbondante: prima di ieri, solo un gol in sette partite. L’astinenza stava diventando pesante, la firma in trasferta mancava dal Palermo, però con la Samp è tornato decisivo. La squadra ha calciato in porta 3 volte e per 3 volte ha calciato il 70. Non un caso.