La Viareggio Cup 2016 del Milan è finita nel peggiore dei modi agli ottavi di finale con una pesante sconfitta per 4-0 contro la Juventus di Fabio Grosso. Dopo una fase a gironi costernata da luci e ombre, i ragazzi di Brocchi erano sì riusciti a qualificarsi al turno successivo, ma non come prima forza del girone. Davanti ai rossoneri, e questo sarà forse uno dei rammarichi più grandi, è infatti arrivata l’Ujana, modesta formazione congolese schiantata poi con estrema facilità dall’Inter. Certo, il Milan si presentava al prestigioso torneo giovanile senza diversi titolari impegnati con le Nazionali Under 19 e 17 – da Plizzari a Felicioli, da De Santis a Vido senza dimenticarsi di Locatelli – ma questa circostanza non rappresenta l’alibi della spedizione.
Ha fatto bene mister Brocchi a sottolineare come le tante assenze abbiano pesato sul groppone del Diavolo, arrivato all’appuntamento contro la Juventus spompato e quasi svuotato di energie, ma è altrettanto vero che imprevisti simili dovevano esser messi in conto. Fin dall’esordio nel girone 5 erano emerse le prime difficoltà del Milan, andato sotto contro l’Ascoli ma bravo ribaltare il risultato con gli avversari in inferiorità numerica. A tratti pericolosamente traballante ed insicuro il pacchetto arretrato, fin troppo sterile il reparto offensivo: due costanti che i rossoneri hanno ripetuto nelle quattro partite disputate. Lo si è visto bene nel match contro il Cagliari ma anche e soprattutto in quello successivo contro l’Ujana; qui il Milan, forte di un 2-0 maturato senza troppo spingere sul pedale dell’acceleratore, ha subìto una rimonta evitabile. Juventus-Milan non ha invece avuto storia con i rossoneri in gara per 20′ ma, dopo la rete di Pozzebon, i ragazzi di Brocchi si sono squagliati come neve al sole di fronte alle fiammate di Vadalà e Lirola. I bianconeri, più fisici e compatti, hanno sofferto soltanto in avvio salvo poi tritare il 4-3-1-2 avversario prediligendo gli assalti sulle corsie esterne.
Eppure in questa Viareggio Cup non manca qualche nota positiva a cominciare da Casiraghi che, pur ricevendo pochissimi palloni giocabili, è riuscito ad entrare due volte nel tabellino dei marcatori facendosi notare anche per un apprezzabile lavoro di copertura. A centrocampo Gamarra ha dimostrato personalità ma, quando si trovava ingabbiato dal pressing avversario, il boliviano è sparito dai radar lasciando la squadra priva della sua fondamentale regia. Mastalli, in gol contro l’Ujana con un perfetto inserimento, ha macinato chilometri e ringhiato su ogni pallone regalando quantità e qualità alla causa mentre Crociata è stato uno dei pochi a salvarsi dalla disfatta degli ottavi. Col rientro dei Nazionali c’è da pensare subito alle prossime delicate sfide di campionato.
Federico Giuliani
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