Sparisce il Milan, aria di resa. Con il Chievo flop di squadra

È stato anche bello crederci, ma adesso pensare alla Champions resta solo una tortura. Aveva ragione Barbara Berlusconi: questo Milan può aspirare al massimo all’Europa League. E considerata la fame mostruosa della Juve, sarà bene non fare troppo affidamento sulla finale di Coppa Italia. Bisogna invece difendere la qualificazione in campionato, dopo che il doppio passaggio in provincia è valso un misero punto.

Adesso il terzo posto è a -11, folle parlarne ancora. Col Chievo ci si aspettava il riscatto del ko col Sassuolo, macché: squadra scarica, senza pressing, grinta e convinzione. Se il “vecchio” Abbiati non ci avesse messo mani e gambe, l’orribile primo tempo rossonero si sarebbe concluso sicuramente in svantaggio. Nemmeno un sussulto, di fatto il prosieguo della pessima ripresa a Reggio Emilia. Lì però in generale ci furono più occasioni. Colpisce in negativo, sottolinea La Gazzetta dello Sport, l’improvvisa scomparsa dell’”animus pugnandi”, proprio quando il Diavolo sembrava aver imparato a funzionare. I giocatori appaiono così compassati che i famosi problemi di testa di Balotelli andrebbero estesi al gruppo intero. Mancano i comportamenti da Milan, simil-rivisti dall’ora di gioco in poi quando ci si mette anche la sfortuna, doppio palo, a fermare Abate e Bertolacci (ricordando gli infortuni di Kucka e Donnarumma). Comunque niente di eccezionale per vincere, o almeno segnare.

L’imbarazzo rossonero coincide non a caso con la sparizione di Bacca: non calcia più, non si smarca a dovere e così diventa facile disinnescarlo. Manca Montolivo, colti che comanda o ovvia la caccia al pallone, possedendo geometrie in fase d’impostazione a differenza degli altri. Al di sotto dei rispettivi standard pure Jack e Honda, rari inserimenti dei terzini e una manovra involuta e lentissima. Aria di resa.

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