Stiamo assistendo ad un cambio di rotta nel pensiero del presidente, che dopo aver catechizzato l’allenatore, a volte esagerando, ora lo conforta facendo mea culpa e spostando la sua attenzione sulla società. Precisamente sullo storico uomo del mercato, il quale non viene citato esplicitamente ma viene chiaramente tirato in ballo e per la prima volta messo sotto processo: è lui che deve prendere i giocatori giusti. Il problema diventa la perplessità di fronte ai 90 milioni spesi, e l’alto tetto ingaggi, per una squadra poco competitiva. Anche se comunque, scrive La Gazzetta dello Sport, poteva fare molto di più. Forse si è capito che la crisi cronica rossonera ha diversi colpevoli e quelli maggiormente responsabili sono in dirigenza e non in panchina?
Sinisa torna ad avere qualche speranza di restare, grazie al salvagente di Silvio che sarà lanciato il 21 maggio a Roma nella decisiva finale di Coppa Italia. Da lì passa la conferma, l’esonero o l’addio a prescindere dello stesso serbo, orgoglioso e magari già stufo di stare al Diavolo in queste condizioni. Anche perché Berlusconi non apprezzerà mai la sua filosofia, distante dall’essere capace di comandare il gioco.
This post was last modified on 26 Marzo 2016 - 18:31