Altalena. Il Milan è così: sale e scende, momenti negativi, positivi e poi ancora negativi. E il parere di Berl+sconi fa lo stesso, adesso (quasi) pro Mihajlovic,spesso criticato, e a sorpresa “contro” Galliani, il fedele AD sempre protetto dalle contestazioni. Davvero poca chiarezza in società, anche in una stagione diversa e molto aperta come questa rispetto all’anno scorso quando a marzo non c’erano più obiettivi.
Stiamo assistendo ad un cambio di rotta nel pensiero del presidente, che dopo aver catechizzato l’allenatore, a volte esagerando, ora lo conforta facendo mea culpa e spostando la sua attenzione sulla società. Precisamente sullo storico uomo del mercato, il quale non viene citato esplicitamente ma viene chiaramente tirato in ballo e per la prima volta messo sotto processo: è lui che deve prendere i giocatori giusti. Il problema diventa la perplessità di fronte ai 90 milioni spesi, e l’alto tetto ingaggi, per una squadra poco competitiva. Anche se comunque, scrive La Gazzetta dello Sport, poteva fare molto di più. Forse si è capito che la crisi cronica rossonera ha diversi colpevoli e quelli maggiormente responsabili sono in dirigenza e non in panchina?
Sinisa torna ad avere qualche speranza di restare, grazie al salvagente di Silvio che sarà lanciato il 21 maggio a Roma nella decisiva finale di Coppa Italia. Da lì passa la conferma, l’esonero o l’addio a prescindere dello stesso serbo, orgoglioso e magari già stufo di stare al Diavolo in queste condizioni. Anche perché Berlusconi non apprezzerà mai la sua filosofia, distante dall’essere capace di comandare il gioco.