L’aveva detto mister Mihajlovic: “Questa squadra è difficile che possa vincerle tutte”. In molti avevano sperato in semplice scaramanzia. Ma in serbia non sono soliti scherzare ne tantomeno prendersi gioco di chi li sta ascoltando. Dopo nove giornate passate col sorriso e soprattutto senza travasi di una bile messa sotto pressione negli ultimi 4 anni, i ragazzi sono caduti in quello che si può chiaramente ammettere essere la nostra bestia nera. Tre stagioni di grandi sberle, manco fossimo andati a giocare al Bernabeu. Ma questo è il calcio ed è giusto che sia così.
Eppure i primi 25 minuti di gara, avevano regalato un Milan brillante e sempre primo sulla palla. Le occasioni sono come sempre arrivate, ma anch’essi come sempre, sono arrivati anche gli errori sottoporta. Nessun dramma, abbiamo pensato tutti noi tifosi, a giocar così la palla andrà in rete prima o poi. Nulla di più sbagliato ed ecco arrivare il gol del Sassuolo nel momento migliore dei rossoneri. Un calcio d’angolo concesso con troppa superficialita’, ha offerto alla squadra di Di Francesco un occasione d’oro che non hanno aspettato molto a sfruttare. Quello che ha sorpreso veramente tutti, è stata la mancata reazione di una squadra che avrebbe avuto tutto il tempo di recuperarla e portarla a casa dopo una dimostrazione di forza. D’altronde se si è riusciti a recuperare il risultato in quel del San Paolo, perché non pensare di poterlo fare nell’umile Mapei Stadium?
Ma il calcio non vive di regole e logica e così abbiamo assistito ad una seconda parte di partita del tutto lontana dal recente grintoso e determinato Milan targato Mihajlovic. Appellarsi agli infortuni è quantomeno ridicolo. Siamo il Milan e in quanto tale non possiamo piangerci addosso per un paio di semplici assenze. Se queste sono poi impersonate dal criticato Montolivo e l’incognita francese, almeno fino a qualche mese fa, ci si rende conto che la scusa non reggerebbe. Tre sconfitte su ventuno partite, sono un risultato per il quale ogni milanista avrebbe firmato, specialmente dopo la partenza thriller della compagine rossonera. Quindi nessun dramma. La Champions era un sogno e questa è la nostra attuale realtà. Ma siamo il Milan, dicevamo. E una riflessione va assolutamente fatta e riguarda la nostra rosa.
Il nostro Milan vive dell’equilibrio trovato da Mihajlovic nei suoi 13 giocatori che formano il gruppo sul quale il serbo ha scommesso recentemente. L’allenatore è da tempo consapevole di non poter fare affidamento su di una panchina formata da elementi non capaci di cambiare le partite con il loro inserimento. E consapevoli di ciò, lo sono anche i tifosi e diversi opinionisti di fede rossonera. Ma c’è sempre un pero’ e questo si chiama Silvio Berlusconi. “Mihajlovic ha la fortuna di allenare tre campioni che siedono in panchina in questo momento. E’ ora che li sfrutti” aveva sentenziato in uno dei suoi pomeriggi di fuoco in quel di Milanello. Bene, mi auguro che l’ex cavaliere abbia visto la partita in uno dei salotti della sua villa di Arcore. Chissà che non gli siano fischiate le orecchie. Se alle sue barzellette ci sarò sempre un leccapiedi che riderà, nel calcio questo non avviene, ahimé. E quello che è legno, anche a venderlo per oro, rimarrà legno. La sconfitta di ieri ha sancito un verdetto netto e inconfutabile. Indolenza Balotelli, Jeremy Beghelli Menez e CiccioBello tatuato Boateng, non sono in questo momento presentabili. E chissà se lo saranno più, a questo punto. E mentre i tifosi si azzuffano alla ricerca del responsabile e rimpiangono faraoni che in quel di Milanello si erano trasformati in mummie, mi congedo con una considerazione. Ieri pomeriggio contro il Sassuolo, non hanno perso i ragazzi, ne tantomeno Sinisa. Ieri pomeriggio, ha perso ancora una volta Silvio Berlusconi.
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This post was last modified on 7 Marzo 2016 - 17:35