Il futuro di Mihajlovic sembra essere, ormai, segnato e già circolano i nomi dei possibili sostituti sulla panchina del diavolo. La Gazzetta dello Sport, in edicola oggi, prova a riassumere i punti di forza e le debolezze dei cinque candidati presenti sul taccuino della società di via Aldo Rossi.
Brocchi, il primo della lista, sarebbe la soluzione interna ed è molto apprezzato per la personalità e per il bel gioco che riesce a far esprimere alla Primavera rossonera; da non sottovalutare, però, il rischio di scommettere nuovamente su un esordiente in A dopo le esperienze di Seedorf e Inzaghi. il secondo nome è quello di Di Francesco, autore del miracolo Sassuolo: le sue squadre sono sempre organizzate e votate all’attacco; di contro c’è la volontà di Squinzi di non privarsene e la possibile concorrenza della Fiorentina in caso di addio a Sousa. Il terzo candidato, invece, è un evergreen dei “toto panchina” rossoneri: Roberto Donadoni. L’attuale tecnico del bologna, spesso accostato alla panchina del Milan, non è mai riuscito a tornare nella società che lo rese grande da giocatore. Donadoni ha dimostrato di essere pronto per una grande ma attenzione alla corte di Tavecchio che vorrebbe proprio lui per il dopo Conte.
Altro nome accostato spesso alla panchina del Milan è quello di Vincenzo Montella: apprezzato da Berlusconi soprattutto per il suo offensivismo e per il possesso palla che richiede alle sue squadre. Difficile, però, che il presidente Ferrero, che ha vissuto un lungo tira e molla con la Fiorentina per liberarlo in autunno, se ne privi dopo pochi mesi; inoltre c’è anche da dire che l’aeroplanino ha sempre faticato a trasmettere le sue idee fin da subito ed il Milan non può concedersi una nuova stagione da comprimario. L’ultimo nome, infine, è quello di Sarri: vicinissimo al Milan in estate, è apprezzato per il gioco che esprimono le sue squadre ed a Napoli ha dimostrato di poter guidare una big. Il Napoli, però, ha in mano la possibilità di rinnovare unilateralmente il contratto al tecnico e difficilmente De Laurentiis se lo lascerà scappare; se poi si aggiunge il fatto che il suo stile non rispecchia quanto richiesto da Berlusconi per il suo Milan, l’approdo di Sarri appare davvero difficile.