Silvio sfoglia la margherita: chi sarà la prossima vittima?

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

La premessa (d’obbligo) è che siamo ufficialmente entrati nella modalità “campagna elettorale”. Silvio Berlusconi è impegnatissimo nel recuperare consensi, a partire dalla “sua” Milano dove a giugno si voterà per il rinnovo del Comune. Si spiega qui la presenza, domenica scorsa, del candidato sindaco, Stefano Parisi, a bordo campo in occasione di Milan-Lazio. L’ex Cavaliere non vuole perdere mezza occasione per provare a recuperare voti, a partire dai tifosi rossoneri sui quali ha sempre fatto breccia. Insomma, un “cavallo di battaglia” che, in tempi di magra, va bene rispolverare. Peccato che, a differenza di altre campagne elettorali, questo Milan non se la stia passando proprio alla grande. E all’orizzonte non ci sono nemmeno grandi acquisti in grado di scaldare il cuore dei sostenitori. Ci avviciniamo, invece, ad un toto-allenatore che sta già esasperando gli animi. Non solo quelli dei frequentatori della Curva Sud.

I nomi sono sempre quelli, in ordine sparso: Brocchi, Di Francesco, Montella, Emery, Donadoni, Capello, Lippi e pure Conte (fin quando il Chelsea non ufficializzerà l’accordo). Tutto è aperto, anche ad eventuali outsider. L’auspicio, però, è che Berlusconi scelga qualcuno al quale affidare le chiavi del Milan per almeno un biennio, periodo probante per testare nuovi metodi, moduli e raccogliere qualche frutto. Troppi sono stati i progetti “bruciati” negli ultimi sette anni, se contiamo che dall’addio di Carlo Ancelotti in poi il patron rossonero ha praticamente rotto con tutti gli allenatori che si sono succeduti.

Da Leonardo ad Allegri, da Inzaghi a Seedorf, passando ora per Mihajlovic: non uno che andasse bene al buon Berlusconi. Ecco allora che il più al riparo potrebbe essere Fabio Capello che gode già di grande e incondizionata stima col presidente. In questo caso non ci sarebbe bisogno di costruire un nuovo rapporto, servirebbe solo ripartire da quel che si è lasciato. E Capello si è pure permesso il lusso di tornare, nel 1997, fallendo clamorosamente nonostante quel Milan fosse pieno zeppo di giocatori pagati profumatamente sul mercato. Se, invece, Berlusconi decidesse di scommettere su un nome nuovo, la fiducia dovrà essere molto più ampia di quella risicatissima concessa quest’anno a Mihajlovic.

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