SpazioMilan.it ha contattato in esclusiva Luca Diddi, scopritore italiano di talenti, attualmente alle dipendenze del Carpi, il quale ha seguito da vicinissimo una delle prime tappe della brillante carriera di Giacomo Bonaventura. E non solo.
Ci descrive, caratterialmente e tecnicamente, il primo Giacomo Bonaventura?
“Il primo Jack era una ragazzino esile ma con gia’ grande talento, lo abbiamo prelevato dal Nacional Viareggio una squadra della provincia di Lucca. Venne a fare un torneo in estate, era l’anno 1993 e poi l’anno successivo fece i giovanissimi con il margine coperta facendo gradi cose. Mi ricordo che ci portò fino alla finale regionale di categoria vincendo il campionato. Alla fase finale, poi, sbaglio il rigore dato e perdemmo la partita. Lui si disperò tantissimo ma io sapevo che avrebbe avuto un futuro roseo. Ma era già un fenomeno tecnico, stava in convitto a margine con altri ragazzi e gia a 12 anni palleggiava con le palline da tennis o si toglieva la maglia palleggiando. Faceva video su video di queste sue cose e poi le condivideva con tutti noi. Caratterialmente era un bimbo d’oro, educato, socievole con tutti. Era amico di tutti. Impossibile non voler bene a un ragazzo così. Poi con una passione incredibile e dedizione al lavoro sul campo gia da piccolo“.
Si aspettava che facesse così tanta strada?
“Beh difficile dirlo, ma dico si perché aveva qualcosa di unico. Aveva i colpi da giocatore vero. E’ stato con noi dal 93′ al 96′ ma era gia monitorato da Favini. Buongiorni (Direttore Margine Coperta) chiamo Favini e gli disse di venire subito perchè avevamo trovato un altro Pazzini, anzi piu forte. E lui si catapultò subito da noi e lo seguì nella sua crescita e a 13 anni lo portò a Bergamo. Dove a 18 anni poi debutto in serie B, fino alle prime reti nel 2004 in Serie A“.
Secondo lei dove può arrivare? Può diventare un’icona del Milan che verrà?
“Jack ha acquisito la mentalità giusta per diventare un leader del Milan del futuro. Ha carisma e può arrivare ad essere in futuro il capitano del Milan percorrendo la strada di Baresi e Maldini. E poi lui è sempre stato tifoso rossonero, fin da piccolo“.
Per concludere un nome su cui puntare della Primavera del Carpi
“Il nostro settore giovanile è in pieno sviluppo e crescita, ma la programmazione è la nostra base. Penso che esempi come Lasagna e Pasciuti sono i più esemplari. Dalla serie D alla serie A in due anni. Ma qui il merito è del grande Giuntoli, persona favolosa e competente, oltre a tutto lo staff di cui fortunatamente faccio parte. Basta un attimo per capire come si lavora qui. Il Carpi è una famiglia, con regole e organizzazione all’avanguardia“.