Grazie a Berlusconi per i 30 anni da sogno. Nonostante Moratti…

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L’incommensurabilità dei 30 anni della presidenza Berlusconi sono stati fotografati meravigliosamente nella giornata di sabato 20 febbraio, proprio il giorno della ricorrenza. Non mi riferisco alle celebrazioni di Milanello con la visita del Presidente e dei due amministratori delegati “sotto braccio”. Ma mi riferisco a quello che è successo a S. Siro. Sì avete capito bene. Massimo Moratti, anche da ex, ha ribadito quel complesso di inferiorità cittadina che ha contraddistinto tutta la sua presidenza. Ovviamente inferiorità nei confronti del nostro straordinario Milan berlusconiano.

Moratti non voleva assistere all’ennesima celebrazione mediatica dei 30 anni di calcio che hanno fatto impallidire le sue Coppe Italia, Coppe Uefa e anche il 2010, unico anno trionfale della sua gestione. Non sopportava di vedersi sbandierare in faccia per l’ennesima volta quanto Berlusconi fosse stato più bravo di lui, quanto noi negli anni fossimo stati più belli e vincenti di loro. E allora ha pensato bene di organizzare in un’insignificante Inter-Sampdoria (già in passato partita da DVD) il ritorno dei due monumenti viventi della sua Inter. Anche a costo di risultare un’iniziativa scomoda e sgradita a Mancini e all’attuale management in un momento delicato della stagione. Nessuno si è chiesto quale sia stato il motivo di questa rimpatriata. I media si sono limitati a celebrarla in modo totalmente acritico e superficiale. Escludiamo ovviamente la casualità dell’iniziativa di Moratti poiché ha invitato nello stesso giorno sia Ronaldo sia Mourinho. Evidentemente c’era una strategia.

E la strategia è stata quella di provare a oscurare il nostro 30esimo compleanno. Obiettivo raggiunto visto che i giornali hanno abboccato all’esca e hanno riempito le pagine di titoloni su Mourinho invece che celebrare la squadra più bella che il calcio italiano abbia mai avuto. Questo in risposta agli allocchi che ancora credono che Berlusconi “controlli” l’informazione. E a proposito di “allocchi” spiegatemi perché Galliani e Berlusconi dicono un sacco di balle, mentre Mourinho si presenta dopo 6 anni e spiega la sua fuga a Madrid sulla macchina di Florentino Perez dicendo che il suo “cuore non avrebbe retto il ritorno a Milano dopo la vittoria della Champions” e tutti ci credono e lo osannano? Perciò suggerisco ai milanisti ipercritici nei confronti della nostra società di capire che le “bugie” ai tifosi le dicono tutti. E soprattutto che se Moratti ha bisogno di organizzare questa “carrambata” per provare ad oscurare il nostro trentennale significa che quello che ha fatto per noi Silvio Berlusconi è stato davvero qualcosa di unico, eccezionale e ancora oggi invidiatissimo.

Certo, finora ho parlato del passato e, per ammissione dello stesso Berlusconi intervenuto l’altro ieri da noi a Qui Studio a Voi Stadio, quel passato non ritornerà. Sono cambiati i tempi, i soldi e lui stesso. Sappiamo perfettamente che questo trentennio è irripetibile. Ma sappiamo altrettanto perfettamente che trovare un futuro diverso è molto difficile. Anzi, stante la situazione patrimoniale della famiglia Berlusconi, c’è il rischio di una frantumazione dell’impero Fininvest più che di una nuova Età dell’Oro. La sensazione è che la figura del “patriarca” con tutti i suoi limiti sia ancora quella che tiene in piedi il castello. E che i tempi duri verranno quando questa figura verrà a mancare e ognuno dei suoi eredi farà i conti nelle proprie tasche. Perciò teniamoci stretti questa presidenza e speriamo che la prossima faccia e spenda almeno un decimo di quello che ha fatto per noi Berlusconi.

Tutti coloro che quotidianamente suggeriscono a Berlusconi di vendere e a Galliani di passare la mano rispondano a questa domanda: chi viene al loro posto? Io in questi anni ho visto la fila di persone che sperano di “prendere” qualcosa (leggasi soldi) dal Milan, non di “dare”. Una fila molto lunga, ricca di ex calciatori, dirigenti, giornalisti, aspiranti addetti stampa, amici degli amici e amici dei figli, asiatici non meglio identificati, vallette e attachées di ogni forma. Io non so quale sarà il futuro del Milan e non so se arriverà qualcuno in grado di mantenere la squadra ai livelli a cui l’ha mantenuta Berlusconi. Purtroppo la storia dei nostri amati colori ricorda famiglie che hanno fatto grande il Milan (dai Rizzoli ai Berlusconi), ma anche periodi molto molto bui in cui abbiamo rischiato di scomparire.

Spero solo che chi verrà penserà al bene del Milan e non al bene di se stesso. Qualcuno che, come ha fatto Berlusconi in questi 30 anni ci farà sentire orgogliosi di questa maglia e di questi colori. E chi, come me, su 37 anni vissuti ha legato 30 anni della propria vita ai sogni rossoneri di questa straordinaria epopea, non può che dirgli GRAZIE! Un “grazie” puro e disinteressato perché il sogno di essere i migliori del mondo vale più di qualsiasi cifra. Un sogno che grazie a Silvio Berlusconi io e tanti altri della mia generazione, abbiamo realizzato.

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