Tutti vorrebbero fare acquisti durante il mercato con cifre a sette zeri o più, ma quando si riesce a comprare un calciatore a poco prezzo con una resa in campo decisamente superiore alle aspettative è lì che si scatena la goduria più alta. Per i tifosi e soprattutto per i dirigenti che hanno portato a termine l’operazione. Al Milan vi è un esempio: Juraj Kucka, lo slovacco che sta facendo impazzire San Siro.
Anche ieri sera col Torino si è visto un Kucka in grande spolvero, palle recuperate, corsa e inserimenti: tutto ciò che Mihajlovic chiede da lui. E i complimenti da parte del tecnico non tardano ad arrivare; al termine della partita l’allenatore serbo si lascia andare ai microfoni di Sky Sport: “Kucka è stato spesso criticato ma ora sta facendo bene. Galliani lo ha preso per soli 3 milioni…”. Facendo intendere chiaramente quanto poco conti il prezzo con cui un giocatore viene acquistato. Il lavoro e la dedizione, quelli espressamente chiesti dalla curva, fanno crescere un giocatore e lo fanno diventare un idolo dei tifosi. Kucka in questo non manca di nulla e infatti ancora una volta esce osannato dal campo, migliore in campo, come dopo il derby.
Prezzo e rendimento non vanno quasi mai di pari passo. Infatti la crescita esponenziale del giocatore slovacco ne è l’esempio: partito come quarto centrocampista nelle gerarchie di Sinisa ha presto scavalcato tutti nella titolarità e nei cuori rossoneri. Montolivo, unico a stargli al passo ma forse solo per la fascia che ancora porta al braccio, Bertolacci, mister 30 milioni, ed ecco che torna il falso accostamento prezzo-rendimento, e De Jong, prima salvatore della patria, poi reietto impacchettato e spedito in MLS, erano quelli che si giocavano una maglia da titolare. Il capitano e Berto ancora oggi si litigano una maglia a centrocampo, perché l’altra è salda sulle spalle di Kucka.