Questo il testo integrale dell’intervista, domande e risposte, rilasciata a Tuttosport da Alfonso Donnarumma, papà di Gianluigi e Antonio, fratelli e portieri di Milan e Genoa che proprio domenica alle 12.30 si sfideranno a San Siro in campionato.
Signor Donnarumma, domenica si realizza un sogno per un papà ovvero vedere due figli a San Siro. Come la vivrà?
“Sento già l’emozione che sale. Sarò allo stadio e solamente lì, forse, realizzerò questa cosa bellissima che sta accadendo ai miei figli. Sinceramente non vedo l’ora di vedere la partita e sarà bello vederli insieme. Io mi auguro che Gianluigi non prenda gol…”.
Prima Antonio e poi Gigio, entrambi con il Milan come comune denominatore. Se lo sarebbe mai immaginato?
“E’ stato meraviglioso. Sarebbe il massimo vederli in campo l’uno contro l’altro in una partita ufficiale”.
Peccato che Antonio abbia solo sfiorato San Siro, vero?
“Purtroppo è così. Nel 2010 la Primavera vinse la Coppa Italia di categoria contro il Palermo, ma lui dovette guardarla dalla tribuna perché era stato espulso all’andata dove fece una grandissima partita. Ci era rimasto male per quel rosso e soffrì nel non poter essere in campo anche se poi la gioia per la vittoria ha mitigato quella delusione. Speriamo che si possa rifare a breve”.
Quanti meriti ha Antonio sulla crescita di Gigio?
“Sono molto legati, si vogliono un bene pazzesco e Antonio è contentissimo per quello che sta facendo Gianluigi. Qualche consiglio, giustamente, glielo ha dato visto che era già stato al Milan e ogni giorno fa il tifo per il fratello. Non c’è mai stato un solo momento in cui si sia venuta a creare della gelosia. Sono uniti”.
Ci conferma che Gianluigi è sempre stato milanista?
“Si si, fin da piccolo è sempre stato un grande tifoso del Milan”.
Che portieri aveva come idoli?
“Oltre al fratello?. Gigio aveva come modello di riferimento Abbiati, ne parlava spesso anche se l’idolo assoluto d’infanzia era Buffon”.
Proprio Buffon lo ha indicato come suo erede…
“Diamo tempo al tempo”.
Come ha fatto, Gianluigi, a rimanere così umile nonostante le luci della ribalta?
“Lui è così, è umile di natura. Sta sempre con i piedi a terra. Non si crea alcun problema sul fatto che essendo così giovane è già titolare del Milan. Lui pensa a fare bene per la squadra e per se stesso”.
Come vive la distanza dalla famiglia?
“E’ molto legato alla famiglia e alla sua terra, infatti io sto cercando di venire più spesso a Milano per stargli vicino. È grande, come stazza, ma è ancora giovane e gli vogliamo stare vicini”.
Da padre come ha vissuto l’esordio di Gianluigi in Serie A?
“Un’emozione indescrivibile. Quando mi ha chiamato per dirmelo, pensavo fosse uno scherzo. Invece era tutto vero ed è stato bello vedere il suo sogno diventare realtà. Non nascondo un po’ di commozione”.
Sia Antonio sia Gigi sono molto alti. Solo genetica o anche una crescita dovuta agli allenamenti?
“A volte mi chiedo come sia stato possibile che siano cresciuti così tanto entrambi. Io sono alto, ma non così tanto. Forse sono stati anche gli allenamenti visto che entrambi, fin da piccoli, erano predisposti al ruolo. Gigi, ad esempio, già a quattro anni e mezzo volava negli esercizi anche per imitare Antonio. Credo che anche gli allenamenti abbiano influito sulla loro stazza”.
Per Gianluigi c’è stato un derby di mercato tra Milan e Inter. Quanto ha influito l’essere milanista per la scelta?
“Direi tanto. È stato vicinissimo all’Inter, ma poi è cambiato tutto. La sua passione fortissima per il Milan ha fatto si che le cose andassero come voleva lui”.
Anche grazie al blitz di Bianchessi a casa vostra.
“Sono state ore frenetiche, ma alla fine ha prevalso la volontà del ragazzo di andare a giocare nella squadra del suo cuore ed oggi sta realizzando quel sogno che aveva da bambino, ma c’è stata anche un’altra persona che ha spinto tanto per far si che Gianluigi arrivasse al Milan”.
Chi?
“Gigi Romano (attualmente preparatore dei portieri del Milan e membro dello staff di Alfredo Magni, ndr). L’aveva visto in più di un’occasione e lo aveva già segnalato agli osservatori del Milan e gli diceva che bisognava puntare su Gigi. È stato una sorta di amore a prima vista e ha insistito tanto con il ragazzo dicendogli che la società giusta per lui era il Milan tanto è vero che mio figlio rimase sorpreso di tutta questa attenzione”.