Equilibrato, solido, quadrato. Ma anche tosto, coraggioso e determinato. Settimana dopo settimana, partita dopo partita, il Milan di Mihajlovic prende sempre di più una bella “forma”. La crescita continua ed esponenziale dei rossoneri, palesata già nell’ultimo mese e mezzo di stagione, ha avuto un picco nell’insidiosa trasferta del San Paolo. Alex e compagni avevano di fronte l’attacco più prolifico del campionato e il capocannoniere del torneo, ma non hanno praticamente mai tremato: i 95′ di Napoli-Milan sono stati perfetti e solo una sfortunata conclusione deviata ha permesso ai ragazzi di Sarri di battere Donnarumma. Concentrazione massima, tempismo negli interventi e precisione nelle diagonali e nelle chiusure preventive: i difensori del Milan hanno mostrato il meglio di sé. E in Italia, si sa, prendere pochi gol è una condicio sine qua non per ottenere vittorie e risultati.
Il merito di questa gara difensiva perfetta va a una linea arretrata davvero sorprendente, ma non solo. Il tandem Alex-Zapata (e in particolare un super colombiano) ha imbavagliato a dovere Higuain, evitando di concedere anche il minimo spazio e replicando quanto fatto dalla Juventus undici giorni fa. Ma una buona solidità difensiva non può che derivare da una buona fase difensiva di tutta la squadra. Perché anche a Napoli i quattro centrocampisti hanno fatto la differenza in fase di non possesso: il duo di mediani Montolivo-Kucka ha offerto protezione ai centrali e aiutato a “ingabbiare” il Pipita in un quadrato privo di spazi e di sbocchi, mentre Honda e Bonaventura hanno offerto il solito (e determinante) contributo in sacrificio e ripiegamento. Contro catene laterali insidiose e collaudate come Hysaj-Allan-Callejon a destra e Ghoulam-Hamsik-Insigne a sinistra, il giapponese e Jack sono stati fondamentali nell’aiutare i propri compagni di fascia. Un’organizzazione di squadra che evidenzia la “mano” dell’allenatore e la bontà del suo lavoro.
Insomma: piacerà poco al presidente, ma Sinisa Mihajlovic sta costruendo qualcosa di importante. È servito del tempo, ma il serbo è riuscito a dare al Milan delle certezze indispensabili per ottenere risultati a medio-lungo termine come un modulo definito, un undici titolare e, soprattutto, un’identità e un’anima chiare ed evidenti: il Diavolo ha gli attributi e il carattere del proprio allenatore. Mihajlovic parlò qualche settimana fa di un girone di ritorno delle rivincite e delle vendette per un Milan troppo deludente nell’apertura del campionato: all’indomani di Napoli-Milan, guardando soprattutto la desolante gara di andata, sta azzeccando la profezia. Da un 4-0 senza storia si è passati a un ottimo pareggio in trasferta, con un Milan consapevole dei propri mezzi, con un invidiabile animus pugnandi e autorizzato a sognare e a correre per il terzo posto. Berlusconi vorrebbe vedere un altro calcio, offensivo e propositivo, ma questo Milan pratico piace e convince. Silvio, sei ancora sicuro che Mihajlovic non sia l’uomo giusto per noi?