Dal Torino al Torino, un girone in cui è cambiata la squadra e dove si è rivoluzionata la situazione sulla fascia destra. All’Olimpico, in casa contro i granata Mihajlovic scelse di schierare Cerci titolare al posto di Honda. Da lì in poi, fino alla fine di gennaio, cioè fino alla cessione al Genoa l’ex Torino giocò praticamente sempre, tra lo scetticismo e l’insoddisfazione dei tifosi che non esitavano di fischiarlo.
Un periodo negativo per il giapponese che guardava i suoi compagni dalla panchina, parlava alla stampa giapponese lanciano frecciatine alla società e veniva accostato a diverse squadre estere. Una sua cessione avrebbe portato nelle casse milaniste una cifra tra i 3 e i 5 milioni si scriveva ma di richieste ufficiali in via Aldo Rossi non ne sono arrivate e alla fine a cambiare casacca è stato Cerci. Una cessione che ha ridato nuova linfa a Honda, capace di adattarsi al 4-4-2 e ha trasformare i fischi in applausi. Prestazioni in crescendo, assist (nel derby e a Napoli) e gol (contro il Genoa) decisivi e un applicazione al lavoro che fa del numero 10 un punto cardine di questa squadra.
Certo la poca concorrenza ha favorita quest’ascesa ma il posto fisso del samurai è stato conquistato con il sudore e il sacrifico e si può dire tutto tranne che sia immeritato. Lui, insieme a Montolivo, rappresenta il simbolo della rinascita rossonera nel girone di ritorno. Considerati i mali tecnici peggiori della gestione Mihajlovic stanno trascinando il Diavolo verso il sogno del terzo posto. In un girone si è ribaltato tutto per Keisuke che da incompreso trequartista fuori ruolo è diventato un cardine di questa squadra e non ha nessuna intenzione di fermarsi. A partire dal Torino, pronto per essere matato.
This post was last modified on 27 Febbraio 2016 - 17:08