Honda, il migliore in campo del Milan. Perché un po’ numero 10 e un po’ terzino, ma soprattutto perché ha ritrovato il gol in campionato, bellissimo, che mancava dal 19 ottobre 2014 (doppietta a Verona). Troppo tempo passato, ma adesso da elogiare c’è la prestazione del giapponese, diventato giocatore vero e decisivo.
Allora probabilmente eravamo all’apice del suo periodo in rossonero, invece oggi l’esterno ibrido con i piedi da fantasista, così lo descrive La Gazzetta dello Sport, è l’arma in più della squadra di Mihajlovic. Prima l’astinenza sottoporta, prestazioni in calo, fischi, tanta panchina e anche un paio di pesanti frecciatine verso la società, che non sono piaciute e che sembravano averlo defilato per sempre dai titolari. Al contrario l’applicazione seria e la generosità in campo dimostrata lo hanno fatto riscoprire, aiutato anche dal mercato di gennaio (le cessioni al Genoa di Cerci, ieri in gol, e Suso). Da Frosinone in poi l’allenatore serbo lo ha reinserito nel “nuovo” 4-4-2, ricevendo risposte eccellenti.
La rete che ha beffato Perin, grazie ad un sinistro all’angolino dalla lunga distanza, è stata festeggiata in maniera misurata dallo stesso Keisuke: timido sorriso, il bacio allo stemma di Milano sulla maglia e poco più. Il personaggio rimane riflessivo e quieto, pure pungente e schietto: ciò che conta è la prova di ieri, encomiabile per sacrificio e lodevole per qualità. San Siro applaude e basta.
This post was last modified on 15 Febbraio 2016 - 14:42