Confalonieri: “Mr. Bee o C, Silvio è deciso ad andare avanti. Prese Nesta dopo una bugia… Galliani? Forse il migliore in Europa”

Parole che forse non faranno storia, a differenza di Berlusconi con il Milan, ma comunque importanti da parte di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e grande amico di Silvio, intervistato dal Corriere della Sera a pochi giorni (il 20 febbraio) dal 30esimo anniversario dall’acquisto della società rossonera da parte del Cavaliere.

Non è in politica che si vede il vero Berlusconi. Quello genuino non è quello che si trucca per la tv e che si muove nel Palazzo dove ci sono regole che mai ha compreso appieno. Quello autentico si vede nel privato, nell’ impresa. E nel calcio, che è stato utile alla politica e ha inciso ma si è rivelato anche un’arma a doppio taglio”.

Per esempio? “Quando vendette Kakà, migliaia di elettori scrissero il nome del giocatore sulla scheda per dire a Berlusconi: hai fatto lo stemegna, lo sparagnino? E allora ti puniamo”.

Milan affare di cuore: “Non è per la politica che Silvio prese il Milan: di questo sono testimone. Ricordo che il giorno in cui ci anticipò di voler acquistare il club, da tifoso rossonero mi dissi subito d’accordo. Adriano Galliani, che conosceva il mondo del calcio, temeva invece l’opacità dei conti societari e cercava di dissuaderlo”.

L’incredibile acquisto di Nesta: “C’è un altro mito da sfatare: Silvio è uno attento ai soldi, altro che uno spendaccione. E infatti noi, suoi amici ma anche tifosi, alle volte abbiamo dovuto provocarlo. Per comprare Nesta, insieme a Galliani facemmo come nel film di Hitchcock ‘La congiura degli innocenti’. Dopo una partita di qualificazione alla Champions complottammo per convincerlo. Lui era all’estero per un vertice politico. Gli raccontammo che il Milan aveva preso gol su rimessa laterale, che la difesa andava rinforzata se volevamo vincere ancora. Così aprì il portafogli e prese Nesta dalla Lazio”.

Nessuna cessione della maggioranza: “Silvio è deciso ad andare avanti. Con mister Bee o con un mister C, lui vuole tornare in alto con il Milan. Le sue arrabbiature, le sue ingerenze stanno a dimostrarlo. Ora è il tempo degli sceicchi e dei magnati d’Oriente. E sia chiaro, se arrivassero al Milan ne sarei lieto, a patto che la guida resti sempre nelle mani di Berlusconi. E comunque non si vince solo con gli sceicchi. La Juventus per esempio va fortissimo”.

Giù le mani da Galliani (e Mihajlovic): “Per me Galliani è il più grande dirigente di calcio che ci sia in Italia e forse in Europa. È il nostro Moshe Dayan, un grande generale, che rischiò persino le botte in giro per il mondo pur di acquistare giocatori da Milan. Non è pensabile che ora venga messo sotto esame. A parte il fatto che nel frattempo abbiamo vinto anche con Zaccheroni e Allegri, io stesso passerei per un grande allenatore se mi dessero in squadra Messi, Neymar e Suarez. Invece sappiamo che il Milan oggi deve fare i conti con i conti. Perciò cosa si può dire di Mihajlovic? E soprattutto cosa si può dire di Galliani? Forse si potrebbe dire che c’è qualcosa di king Lear”.

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