Queste le dichiarazioni appena rilasciate in esclusiva a Premium Sport da Silvio Berlusconi. Ricordiamo che domani festeggerà, insieme a Barbara, Galliani e alla squadra, i 30 anni di sua presidenza in rossonero.
Sull’inizio di un nuovo ciclo: “Spero che il Milan si possa riprendere. Nessuna squadra può vincere per sempre. Ci sono dei cicli che finiscono. Noi stiamo ricominciando come una squadra di italiani, mi pesa vedere le grandi squadre senza italiani. Io vorrei vedere un Milan tutto italiano. Noi abbiamo la difesa e la mediana tutta italiana, ci mancano gli attaccanti e speriamo di essere bravi a formarli o a trovarli“.
Sui giovani del vivaio: “Abbiamo puntato sui giovani: ce ne sono sei con l’arrivo di Locatelli, vedo in lui il nuovo Pirlo. E’ un regista di centrocampo illuminato. De Sciglio è un nazionale e Donnarumma, a 16 anni, è ammirato da tutti e non lascerà il Milan qualunque offerta dovesse arrivare e sarà il portiere del Milan per i prossimi 20 anni“.
Su Donnarumma: “Un gran bravo ragazzo, molto solido nel fisico, nella mente e nel carattere e penso che possa essere un simbolo del Milan futuro. Penso sia destinato a fare la carriera di Maldini perché è un gran bravo ragazzo, molto solido fisicamente e caratterialmente“.
Su Bacca: “E’ un bravo ragazzo oltre che un cecchino spietato. A volte è fuori dal gioco, perché il Milan di oggi non pratica a fondo quel diktat di diventare padrone del campo e del gioco e questo è ciò di cui stiamo discutendo con i tecnici, ma quando arriva la palla giusta fa sempre gol”.
Sull’affare con Mr. Bee: “Nel calcio sono entrati capitali infiniti e le squadre che vogliono essere protagoniste hanno enormi mezzi a disposizione. Una famiglia come la mia, che in questi 30 anni ha già investito nel Milan 1 miliardo e 200 milioni di euro, non può fare tutto da sola. Il Milan ha conquistato la simpatia di 363 milioni di tifosi nel mondo, di cui 242 milioni solo in Cina e allora abbiamo verificato quanto è importante il brand Milan in quei mercati: mister Bee ci ha fatto un’offerta molto concreta e interessante per commercializzare il brand, con sponsorizzazioni, scuole calcio, merchandising e questo piano potrebbe garantirci entrate per 100 milioni all’anno. Noi riteniamo che questa sponsorizzazione potrebbe farci competere con gli altri club che hanno importanti afflussi di capitale. Comunque mister Bee si interesserebbe solo della parte commerciale, mentre tutto ciò che riguarda la conduzione sportiva rimarrebbe a noi”.
Su Ibrahimovic: ““E’ un giocatore che ha classe e potenza: ovunque va vince, ma credo che riceverà offerte dall’America, dai paesi arabi o dalla Cina per noi impareggiabili“.
Su Inzaghi allenatore: “Gli ho dato fiducia come allenatore, ma forse non era ancora pronto: il suo Milan non riusciva a sfidare gli avversari prendendo in mano il pallino del gioco. Gliel’ho detto molte volte, ma probabilmente aveva bisogno di maturare ancora“.
Su Shevchenko: “Nessuno che amasse il calcio potesse non innamorarsi di Shevchenko in giornata di grazia. Lui ha interpretato il calcio in modo artistico. Vicino a lui vedo Ronaldinho, altro artista del calcio. Ma Sheva è stato quello che veniva chiamato il genio”.
Su Zaccheroni e lo scudetto del ’99: “Noi abbiamo ancora Abbiati, che ci regalò lo scudetto con Zaccheroni. Sei gare prima della fine del campionato chiamai Boban e gli dissi: ‘Da questo momento non valgono più le indicazioni dell’allenatore, valgono le mie. Voi siete perfettamente in grado di seguirle’. Le vincemmo tutte, con la grande parata di Abbiati a Perugia“.
Sulla tentazione di acquistare Diego Armando Maradona dichiara: “L’ho avuta, però era diventato una bandiera del Napoli e mi imposi di non comprare le bandiere. Così come ebbi la tentazione di comprare Totti. Mentre Nesta, invece, lo comprai quando fu messo sul mercato”.
Sul ricordo più bello: “La finale di Coppa Campioni a Barcellona contro lo Steaua: dopo la fantastica semifinale contro il Real il popolo rossonero si riversò a Barcellona, che diventò un’altra Milano. Se chiudo gli occhi ancora oggi vedo le migliaia di fiammelle accese in tutto il campo, che crearono un’atmosfera di leggenda. Mentre l’addio di Van Basten è stato il momento più commuovente: Marco era il campione dell’eleganza, il suo gol contro la Russia in finale di Europeo è tra i più belli della storia del calcio. È un grande uomo, fu sfortunato perché dovette lasciare nel momento migliore della carriera. Il suo addio fu dolorosissimo“.
This post was last modified on 20 Febbraio 2016 - 09:37