Mihajlovic ha bisogno di lavorare in pace. Lo scrive Tuttosport, andando vicino ad uno sfogo comprensibile dopo le nuove frecciatine di Berlusconi. Festeggiare i 30 anni di presidenza poteva essere una facile occasione per rasserenare e magari migliorare il rapporto reciproco, invece la posizione dell’allenatore è più scomoda di prima. Un “dead man walking”, o poco ci manca.
Silvio ha posto come condizione per la sicura conferma 3 mesi di sole vittorie. Impossibile. A maggior ragione ad una squadra in crescita ma ancora convalescente, che domani andrà a Napoli in casa della seconda in classifica (anzi, in vetta se avrà la meglio). La stima del numero uno rossonero verso il serbo non è mai stata altissima, però alzare progressivamente l’asticella e dare ultimatum nemmeno così ironici non va bene. E non fa bene. Sinisa ha sfiorato diverse volte l’esonero, riuscendo a risollevarsi senza mai mollare, allenando una squadra sempre dalla sua parte, adesso con un’anima e capace nel 2016 di grandi serate come il 2-0 alla Fiorentina e il 3-0 nel derby. Ma sembra quasi fingere di non accorgersene, perché pretendere un filotto di successi equivale a licenziarlo.
Il contratto dell’ex Samp scadrà nel 2017, però poco importa se queste sono le premesse da qui a fine stagione. Deve vincere e sperare, provare nell’impresa di raggiungere il terzo posto e alzare anche la Coppa Italia. Così meriterebbe un monumento, considerando la rosa incompleta e non rinforzata a gennaio, e forse arriverebbe il voto di fiducia. Il Milan e il rischio dell’ennesimo flop in panchina, non sarebbe meglio ringiovanire la dirigenza?
This post was last modified on 21 Febbraio 2016 - 12:07