Uscire con il pareggio dal San Paolo di Napoli non è facile per nessuno e, prima del Milan, ci erano riuscite solo Sampdoria e Roma, mentre erano cadute rispettivamente Juventus, Fiorentina e Inter. I rossoneri ieri sera ci sono riusciti con una prova di grande carattere e personalità, dimostrando di essere diventati un gruppo prima ancora che una squadra. Chiaro è che è stata una partita di grande sacrificio dove il Diavolo ha dovuto prima di tutto pensare a reggere la forza d’urto dell’attacco napoletano e poi ripartire e cercare di pungere in contropiede, come in occasione del gol di Jack Bonaventura.
Una partita di questo genere, quindi, non può di certo essere l’ideale per gli attaccanti che non vedono quasi mai la palla e devono spendere le loro energie per sacrificarsi al servizio della squadra. Cosa che hanno fatto, come da copione, anche M’Baye Niang e Carlos Bacca ieri sera contro il Napoli. Prova di sacrificio quindi, ma la fase offensiva è stata l’unica grande assente nel Milan di ieri. I due hanno fatto non male, ma poco. Niang si è fatto intravedere con qualche spunto, ma Bacca, che pure è stato provvidenziale in quasi tutte le vittorie della squadra fin qui, è risultato il peggiore in assoluto tra i suoi e le pochissime palle che ha toccato in appoggio, le ha sbagliate tutte.
Il bomber rossonero ha dovuto fare a sportellate con l’intera difesa napoletana, ha lottato sulle palle aree per cercare di far risalire la squadra, ma ne è uscito con le ossa rotte. Non è il suo compito e non è nelle sue corde ed il fatto che ieri abbia dovuto snaturarsi per il bene della squadra, va come parziale attenuante per la sua prestazione negativa. La fase offensiva ieri non ha inciso, ha fatto poco e male, ma il non gioco generale della squadra non poteva che limitarli e, se la squadra ha dovuto pensare più a contenere che a giocare, Niang e Bacca sono i primi a risentirne.