Dimmi che lavoro fai e ti risponderò chi sei. Il proverbio sembra valere anche nel mondo del calcio, per un attaccante d’area di rigore nello specifico, la cui prerogativa dovrebbe sempre essere quella di far gol. Sembrerebbe giusto, in parte. Un vero centravanti accompagna la squadra, dialoga con i compagni, corre e lotta su ogni pallone e poi segna, altrettanto vero. Bacca sembrerebbe rispondere presente ad una parte di questa affermazione, l’ultima nello specifico. Da vero bomber, letale sottoporta, in grado di sfruttare i pochi palloni ricevuti in area di rigore, siano essi proposti in profondità o scodellati dalla fascia. Ma del resto poco.
Dieci reti all’attivo sono un’ottima risposta. Ma se contassimo il resto del minutaggio trascorso alla ricerca di uno spunto o meglio di un’azione personale, l’idea si modifica. La trasferta di Empoli potrebbe essere uno spunto: gol dopo 8 minuti di gioco e poi quasi niente. Zero tiri verso Skorupski, non si conta un suo intervento se non sul gol di Bonaventura, né dribblingné grandi idee lì davanti. E in questo caso la rete non gli è bastata a salvar una prestazione insufficiente. Forse il valore monetario ha fatto crescere troppe aspettative sul giocatore, forse la poca geometria in mezzo campo non esalta al meglio le qualità tecniche del 29enne rossonero. Insomma l’ex Siviglia è croce ma anche delizia e quando manca nella manovra, spesso perché lasciato colpevolmente solo, il Diavolo ne risente maledettamente.
I primi minuti sono il suo fiore all’occhiello: otto volte ha fatto gol al primo tiro in porta. Lo potremmo definire un bomber alla Inzaghi, sempre pronto al posto giusto nel momento giusto. Ma nel caso continuasse a mancare il gioco in casa Milan, siamo sicuri che basterebbero amnesie difensive avversarie o il suo estro per salvare la pelle?
This post was last modified on 24 Gennaio 2016 - 22:24