Archiviato il passaggio del turno di Coppa Italia, domenica sera, il Milan torna in campo a San Siro. Avversario dei rossoneri, nell’incontro valido per il posticipo della ventesima giornata del campionato in corso, sarà la Fiorentina di Paulo Sousa. Malgrado stiano disputando un campionato di buonissimo livello, abbiano proposto un gioco veloce e convincente, occupino la quarta posizione della classifica e si trovino a soli tre punti dalla prima posizione, i viola sono una squadra un po’ discontinua che, a volte, tende a incappare in scivoloni evitabili.
Punti di forza: i centrali di centrocampo e l’attacco.
I gigliati, per lo meno sulla carta, dispongono di una linea mediana in grado di abbinare qualità, esperienza e quantità. Borja Valero e Vecino, che dovrebbero partire dal primo minuto, sono due giocatori capaci di completarsi a vicenda. Mentre il primo garantisce intelligenza, senso del gioco e della posizione, doti tecniche, fisicità, carisma e personalità, l’uruguagio è un interditore di prim’ordine, abile nel recuperare palloni con regolarità, nell’aggiudicarsi contrasti, nel proteggere a dovere la retroguardia e nel fare ripartire la manovra. Ma non finisce qui. I toscani possono contare anche su un attacco prolifico, completo ed efficace, composto da un finalizzatore del calibro di Kalinic, a oggi autore di undici reti in ventuno presenze stagionali, e da rifinitori come Ilicic, Bernardeschi e Rossi, che annoverano nel loro repertorio inventiva e classe.
Punti deboli: la difesa, il portiere e la fase di copertura degli esterni.
Il principale tallone d’Achille della Fiorentina è, senza ombra di dubbio, la retroguardia. I tre centrali viola sono infatti soliti evidenziare un rendimento discontinuo, commettere svarioni in momenti delicati e non assicurare continuità di rendimento, fosforo e stabilità a lungo termine: se non fossero in serata, Carlos Bacca potrebbe usufruire di numerose palle gol. Ma non finisce qui. Nemmeno l’estremo difensore, Tatarusanu, è sempre puntuale e preciso: si rende spesso autore di uscite insicure e, tra i pali, fatica a mantenere per l’intero arco di gara la giusta concentrazione. Rivedibile, infine, è la fase difensiva dei due esterni di centrocampo, che non stanno attraversando un buon momento e che, in determinate circostanze, tendono a scoprire la corsia di competenza e concedere varchi.
Giocatore chiave: Borja Valero.
Gli anni passano, ma il fulcro del gioco della Fiorentina rimane Borja Valero, centrale di centrocampo, eccezionale in entrambe le fasi, bravo a fungere da regista, a rallentare il gioco, a inventare palle gol, a muoversi tra le linee, a fornire assist per le punte e per gli inserimenti dei compagni di reparto, a recuperare palloni importanti e ad assicurare filtro, materia grigia e interdizione.
This post was last modified on 17 Gennaio 2016 - 15:07