Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.
Oltre sette mesi di attesa. Di trattative. Consulenti. Perizie. Passi avanti. E passi indietro. Mr. Bee è ormai alla resa dei conti, nel vero senso della parola. Il senso della trattativa con Fininvest è chiaro: o ci sono i soldi, quelli veri e tanti (480 milioni di euro), oppure tanti saluti. Ma non è tutto. Silvio Berlusconi vuole capire fino in fondo quali siano i soggetti dietro alle mosse del broker thailandese che, da solo, non ha la liquidità per poter comprare il 48% del Milan.
I nodi non sono ancora venuti al pettine, al di là dell’ottimismo di facciata e delle classiche dichiarazioni di circostanza. Fininvest non cede un millimetro, con buona pace di chi avesse ipotizzato sconti o modalità di pagamento diverse da quelle finora concordate. Il lavoro è ancora lungo, sempre che ci sia ancora lavoro da svolgere in questa trattativa. La stessa Fininvest nel comunicato diffuso ieri sera, dopo la cena di Arcore, parla di trattativa tra advisor e manager, rimuovendo ogni riferimento a presunti accordi raggiunti in precedenza. Formule giuridiche, probabilmente, che lasciano comunque intravedere un tratto di strada da percorrere.
A questo punto vanno valutati i pro e contro di un’operazione che, comunque vada a finire, avrà ripercussioni sul 2016 di Silvio Berlusconi. Se, infatti, l’affare con Mr. Bee dovesse fallire, il patron rossonero si ritroverebbe a dover giustificare un nuovo dietrofront (dopo lo stadio tramontato) rispetto alle aspettative dei tifosi. E in un semestre delicatissimo come quello che porta alle elezioni comunali di Milano, l’intenzione sarebbe quella di evitare ogni tipo di frizione con l’elettorato. Se, invece, la trattativa “orientale” si chiudesse positivamente, ci sarebbe ampio spazio per proclami futuri. Fininvest respirerebbe non poco con 480 milioni freschi in cassa e la tifoseria tornerebbe a sognare grandi colpi. A cominciare da Antonio Conte in panchina. La sensazione è che ora o mai più sia tempo della verità.