Il termine corretto per definire lo stato d’animo che i tifosi rossoneri dovrebbero avere in questo momento è rassegnazione: dopo anni di parametri zero, di piccoli ritorni amorosi sbandierati come grandi colpi in extremis e di favorucci a procuratori “di famiglia”, il tifoso medio rossonero non si dovrebbe aspettare molto da un mercato che fin qua è risultato un vero fiasco.
Suso e Cerci ci hanno lasciato con relativa rapidità e senza metterci un centesimo in tasca; l’affare che avrebbe portato Luiz Adriano stava in piedi per la cifra di 15 milioni che i cinesi del Jangsu Suning erano disposti a versare nelle casse rossonere, soldi mai arrivati per i motivi che ormai conoscono tutti (leggi qui); infine, sul mercato i nomi di Nocerino, Diegol Lopez, Zapata, Mexes e altri suscitano scarsi interessi e non producono utili. E non sarà il prestito di El Shaarawy alla Roma ad alzare il budget. Zero incassi, zero spese. Paradigma da squadra di provincia che tuttavia in tempi duri viene riscoperta anche da certi top team.
E così i sogni di rimpolpare un centrocampo sempre fragile, poco dinamico e dalla bassa qualità media, si infrangono contro i rimpianti di cessioni mai avvenute e contro una svendita che finora non ha il sapore del colpaccio. Anzi, la rassegnazione (eccola di nuovo) ci porta a vedere il solo vendere certi giocatori dai più considerati mediocri e “non da Milan” come il vero obiettivo di questa sessione invernale. E mentre i top club comprano a cifre astronomiche senza badare che gli scarti abbandonino a parametro zero, noi siamo intenti a racimolare quel poco che basta per comprare un rimpiazzo.