Cerci, un anno di delusioni. La cessione resta l’unica soluzione

Cerci, il tempo è davvero scaduto. Ad un anno esatto dal debutto con la maglia rossonera, quel 6 gennaio 2015 che coincise con la sconfitta casalinga del Diavolo contro il Sassuolo, le somme devono essere tirate e il risultato non può che essere negativo: l’ex Torino non è da Milan, semplicemente. Dopo la disastrosa sconfitta contro il Bologna, guardando esclusivamente il tabellino sembra riduttivo colpevolizzare un unico uomo, entrato in campo per di più solo al 57′, ma la costante indisponenza del giocatore e l’ennesimo errore sottoporta, decisivo e imperdonabile, che ha condannato la squadra di Mihajlovic alla disfatta, ha scatenato la furia di tutti i tifosi milanisti.

Sì, l’ennesimo errore, ricordando in questa stagione quel pasticcio combinato in collaborazione con Poli contro l’Atalanta e quel colpo di testa inspiegabile contro la Juventus, dopo essere stato imbeccato solo davanti a Buffon, entrambi decisivi ai fini del risultato. Senza considerare poi le innumerevoli prestazioni scadenti, scialbe, collezionate dall’inizio del campionato. Non a caso Pippo Inzaghi, che tanto lo aveva desiderato lo scorso gennaio, considerandolo il gioiello del mercato di riparazione, con il tempo lo ha escluso dal progetto, e così lo stesso Sinisa che già da luglio non lo ha preso in considerazione. Gli infortuni, le emergenze, i cambi tattici hanno poi fatto sì che l’esterno romano diventasse praticamente una scelta obbligata, concedendogli un’imperdibile occasione: ma Cerci è riuscito nell’impresa di fallire nuovamente, deludendo tifosi, critica e mister, il quale ha quindi optato per un’altra soluzione, adattando in quel ruolo Keisuke Honda, ritrovatosi infatti titolare contro Frosinone e Bologna appunto.

Le colpe però non sono da attribuire solamente a lui, è chiaro, ma anche a chi ha deciso di schierarlo in campo a partita in corso. Sorge spontaneo interrogarsi sui motivi di quella sostituzione: perché inserire un giocatore considerato ormai superfluo e con la valigia in mano? Quali benefici avrebbe potuto apportare ai rossoneri? Le risposte dal tecnico serbo credo non le avremo mai. L’unica speranza che resta ai tifosi, è brutto da dire, è quella della cessione dell’ex granata. Speranza che coincide allo stesso tempo con l’ultima soluzione a disposizione dello stesso Cerci, che difficilmente potrà rimettere piede sull’erbetta di San Siro senza essere pesantemente contestato: i tifosi sono stufi e la pazienza ha un limite, un limite di sopportazione che domenica il Robben de noialtri ha ampiamente oltrepassato.

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