Rare volte negli ultimi anni possiamo esserci detti di esser davvero soddisfatti dal nostro Milan. Le prestazioni sono tutt’ora altalenanti, ma una prova come quella fornita contro la Fiorentina forse la sognavamo da anni. La superiorità nel palleggio della viola è emerso comunque, ma i rossoneri, sempre disciplinati e concentrati, hanno respinto ogni minaccia portata da Borja Valero e compagni.
In fase difensiva è stato fatto un gran lavoro dagli esterni milanisti. La squadra di Paulo Sousa sfrutta molto le corsie laterali, e anche a San Siro ha cercato di impensierire il Milan con le loro giocate: a sinistra Marcos Alonso ha dovuto affrontare un Ignazio Abate molto accorto e lesto a sfruttare le imprecisioni dei cambi gioco viola; a destra Bernardeschi se l’è dovuta vedere con un Luca Antonelli al rientro ma insuperabile come mai. La grande mano, poi, di Honda e Bonaventura in ripiegamento, che a tratti ha mutato la difesa di Mihajlovic in un compatto reparto di sei uomini, è stata la chiave di una fase difensiva serrata e votata al contrattacco. Infatti, nonostante la diligenza nel riposizionamento degli esterni di centrocampo, la fase offensiva non ne ha risentito, anzi, quando ci si è dovuti dispiegare sia il giapponese si Jack sono stati in grado di farlo con disinvoltura mostrando.
Catene di destra e di sinistra che, quindi, hanno compreso la loro importanza nell’economia della sfida e che sono riuscite a proporre un’ottima prestazione di reparto. La prestazione che Mihajlovic attendeva da tempo, forse un pizzico rinunciataria ma che finalmente ha messo in scena quanto tutta la squadra sotto sotto, dopo i fischi ricevuti da San Siro, covi la voglia di lottare e di riacciuffare un treno per l’Europa che continua a non essere impossibile da raggiungere.