Vigilia del derby, voglia di giocarlo, vincerlo e magari segnare. Carlos Bacca sarà sicuramente il protagonista principale rossonero e, intervistato da La Gazzetta dello Sport, non nasconde i problemi ma nemmeno la carica positiva per tornare a battere l’Inter.
Derby, come una finale: “Abbiamo perso all’andata, ma i derby sono come le finali: si devono solo vincere. Sento dire che l’Inter non stia bene adesso, che non sia in grandi condizioni. Può anche essere, ma queste sono partite uniche che escono dalle classiche logiche delle partite di campionato. E per conquistare i tre punti ci vuole soprattutto una mentalità vincente. Servono responsabilità, voglia, lavoro, concentrazione“.
Basta segnare: “Un gol di rabona? Sarebbe bellissimo e se capita ci provo. Ma conta solo segnare, non importa come. E vincere, naturalmente. Sono contento per la condizione del Milan che nell’ultimo periodo ha ottenuto buoni risultati. Adesso c’è il clasico con l’Inter“.
Sul gol di rabona: “Da piccolo ogni ragazzino immagina la dinamica del gol che vorrebbe realizzare: c’è chi sogna di farlo da metà campo, chi con la chilena e così via. Io ho sempre desiderato di segnare con la rabona. Ci ho provato con tutte le squadre in cui ho giocato, ma fino a pochi giorni fa non c’ero mai riuscito. Mi era successo a dicembre, in vacanza, con gli amici. Ma in gare ufficiali mai. Fino a Milan-Carpi. Lo so che Mihajlovic mi aveva rimproverato per la rabona fatta contro il Palermo, però in Coppa Italia ero sicuro di fare gol e poi era anche la strada più rapida per colpire la palla e anticipare i difensori. Sono felice di aver coronato questo mio sogno con la maglia del Milan. Ho fatto esplodere una gioia che mi tenevo dentro da quando ero bambino“.
Bomber vero: “L’infallibilità la puoi allenare o perfezionare, ma la dote naturale che fa la differenza è la tranquillità. Io penso sempre positivo. A Empoli, mentre correvo con la palla al piede verso il portiere, non ho mai temuto di poter sbagliare: mi sono concentrato solo sul pallone e sul difensore che dovevo tenermi alle spalle. Ho deciso dove tirare e via. La porta la vedo sempre grande grande. In tv sembra piccola, perché la prospettiva è differente“.
Sull’Inter: “Cosa può dirci Mihajlovic per caricarci? Niente. Non c’è bisogno delle parole dell’allenatore per preparare queste partite. L’Inter è un avversario diretto per la classifica. Dobbiamo trovare noi la testa giusta per giocare alla morte. E io, comunque, una motivazione in più ce l’ho: domenica è il compleanno di mia figlia: vorrei regalarle un gol“.
Trasformazione: “Sono contento del mio rendimento: la Serie A è un campionato molto tattico e fisico, ma credo di essermi adattato bene. Ogni volta che scendo in campo avverto una confidenza sempre maggiore con il calcio italiano. Ho fatto alcuni gol, spero di segnarne ancora tanti e soprattutto di spingere il Milan più in alto possibile. Voglio dare a questa squadra il meglio di me. C’è davvero molta differenza tra il Bacca delle prime partite italiane e il Bacca di adesso. Ho lavorato parecchio per imparare ad aiutare in fase di copertura e per fare i movimenti chiesti dall’allenatore. In Spagna si lavorava in modo differente“.
Sulla Serie A: “E’ ancora più competitiva di quanto pensassi. La serie A è davvero un campionato di ottimo livello. In Spagna si sa dall’inizio chi lotterà per il titolo e probabilmente lo vincerà, qui no“.
Il problema del Milan: “Cosa ci manca per lottare per lo scudetto? I risultati. Un po’ di fortuna. Un po’ di allegria. E la consapevolezza di essere forti. È soprattutto un problema di testa. Ci crediamo troppo poco. Il nostro obiettivo è tornare in Europa. Per centrare il traguardo dobbiamo vincere questa partita con un rivale diretto“.
Un anno senza coppe, guai… “Mi sono mancate tanto le competizione europee. Io avrei potuto giocare la Champions col Siviglia. Ma il Milan ha un grande progetto. E lavoriamo con la mentalità giusta ogni giorno. Un’altra stagione senza coppe europee? No, no… Io non mi vedo proprio il prossimo anno senza Europa. E per questo io e il Milan stiamo lavorando tantissimo. Dobbiamo qualificarci assolutamente per le coppe“.
Sul gioco: “È difficile per una punta giocare in contropiede. Sarebbe meglio avere sei o sette occasioni a partita, ma il calcio è anche questo. Io mi adatto con piacere alla esigenze della mia squadra. Ho imparato che gli attaccanti devono essere i primi difensori. Ne ho già parlato con Mihajlovic. Adesso va un po’ meglio, ma a inizio stagione era davvero dura: avevo solo uno o due palloni per cercare il tiro in ogni partita. Abbiamo trovato qualche soluzione allenandoci a Milanello. Da quando siamo passati al 4-4-2 o al 4-4-1-1 la situazione è migliorata“.