Alessandria aspetta LA partita: un tifoso spiega il suo amore per i Grigi

Tra meno di ventiquattro ore, all’Olimpico di Torino, andrà in scena l’andata della semifinale di Coppa Italia: Alessandria-Milan. La partita più attesa dell’intera stagione, e non solo, per i Grigi di Angelo Gregucci, che dopo aver eliminato Palermo, Genoa e Spezia sono entrati di diritto nella storia: come la prima formazione di Lega Pro a raggiungere una semifinale di Coppa Italia dopo trentadue anni. Alessandria sogna, ma è sveglia. Continuano a sognare, invece, i tifosi. Esemplificativa è la lettera di un tifoso, pubblicata su Alessandrianews, che prova a spiegare lo stato d’animo dei tanti sostenitori dei Grigi che domani vivranno “LA PARTITA”.

“Ricordo vagamente la prima volta che ho messo piede al Moccagatta. Avevo circa 7 anni, metà anni 80, ed ero nei Parterre, con il Kuntz e suo papà. Non posso dire che si sia trattato di “amore a prima vista” ma nacque una simpatia. La squadra del cuore all’epoca era la Juve e i Grigi la squadra della città che seguivo saltuariamente. Ricordo bene invece il giorno in cui la simpatia si trasformò in amore: 9/2/1992, pochi giorni dopo il mio 15° compleanno: Alessandria-Empoli 1-0. Era la prima volta che andavo da solo, in curva. Vivere la partita in quel settore tra cori, tamburi e fumogeni, fece scoccare la scintilla. Da quel giorno ho perso poche partite in casa e iniziato a fare le prime trasferte. Il ritrovo la domenica pomeriggio nella piazza del paese per andare al Mocca, le nuove conoscenze, il treno per Empoli o Massa, il derby a Casale sono solo alcuni dei ricordi che ho stampato chiari nella mia mente. Piano piano il gruppo con cui si vedeva la partita cresceva e lo stadio diventava punto di incontro. Nascevano nuove amicizie e alcune si consolidavano anche fuori dalla stadio[…] Non c’era bisogno di mettersi d’accordo: avevamo tutti ben chiaro di avere un appuntamento fisso, prioritario, che ci regalava tante emozioni, ma anche tante delusioni sportive. La più cocente il fallimento, e la successiva stagione senza Grigi. Qualcosa mi mancava e non era solo la partita ma quell’appuntamento fisso che non c’era più”.

La ripartenza: “L’Eccellenza, non è facile da accettare. Si va a giocare in campi di paesi che mai avevamo sentito prima: Cerano, Suno, Gozzano, tanto per citarne alcuni. L’inizio è traumatico: le prime sconfitte, in casa siamo in pochi ma in trasferta il numero di persone cresce di partita in partita. Arrivano anche i risultati e pian piano il gruppo si riforma, il nostro appuntamento è ritornato”.

La passione che ha coinvolto anche l’attuale presidente, Luca Di Masi: “Aspetteremo ancora qualche anno prima di tornare tra i professionisti ma questo periodo ci serve ad unirci ancora di più, a rafforzare quello zoccolo duro di “malati di Grigi” sempre presenti che ha mantenuto viva la passione e ha saputo coinvolgere altre persone, nuovi tifosi. Uno su tutti il nostro attuale Presidente, grazie al quale stiamo vivendo questa bellissima favola. Luca si è innamorato di questi colori negli anni dei dilettanti, i primi in una storia all’epoca quasi centenaria, seguendo i Grigi a San Giusto, Casale, Rivarolo e non a Bologna, Verona o a Spezia. Ho perso il conto del numero di pullman su cui sono salito e dei chilometri fatti in giro per l’Italia: Gradisca d’Isonzo, Salerno, Perugia, Sorrento sono solo pochi esempi. Si parte da una passione condivisa ma si arriva a molto di più: amicizia, senso di appartenenza, legame con le proprie origini, orgoglio… Proprio per questo penso che non si tratti solo di un gioco”.

La Coppa Italia come traguardo dopo anni di sacrifici: “Le facce di chi era a Genova o a Spezia sono immagini bellissime: fino ad oggi i Grigi erano la nostra squadra, che ci ha dato tanto dal punto di vista umano ma poco da quello sportivo. Le lacrime di gioia e le facce incredule dopo aver battuto lo Spezia, non una squadra qualunque per noi, e il fatto di andare a giocare a San Siro (proprio a San Siro e anche mentre lo sto scrivendo non mi sembra vero!) ci fanno capire che anche per noi è arrivato il momento di prenderci anche quelle soddisfazioni sportive che aspettavamo da tanti anni. La Coppa Italia ci lascia la consapevolezza che ci siamo, pronti per lottare per quella Meta che fino allo scorso anno sembrava raggiungibile per tanti, ma non per noi. Alla domanda “per che squadra tifi?” ognuno di noi ha sempre risposto “per l’Alessandria” ma ora queste parole le diciamo con ancora più orgoglio”.

Alessandria, un amore incondizionato: “Non esiste scudetto o Champions che siano in grado di regalarmi la stessa gioia. Dopo Genova e Spezia sono tornato a credere alle favole dopo tanti anni e questo grazie ai Grigi. Non è solo un gioco, ma molto di più! Forza Grigi sempre, da Cerano a San Siro!”

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