Doveva essere l’anno di un convincente rilancio sportivo, soprattutto della possibile svolta storica a livello societario. E invece il 2015 è stato sbagliato. Silvio Berlusconi rimane ancora certamente disponibile a cedere il 48% del Milan, ma fino adesso Mr. Bee, l’unico imprenditore in gara, non ha mai mantenuto la promessa da 480 milioni di euro per diventare ufficialmente socio di minoranza.
Il tanto atteso closing definitivo non c’è mai stato, lasciando spazio a periodici (diventati quasi scontati di recente) rinvii che hanno creato molte ansie nel mondo rossonero. L’impatto del broker di Bangkok sarebbe fondamentale per tornare alla vecchia floridità economica, necessaria a costruire grandi mercati e vittorie (in Italia e in Europa). Taechaubol sta lavorando come sempre in Asia nella speranza di recuperare quel ricco gruzzoletto, di certezze però ce ne sono ben poche: decisive le prime settimane del 2016, le quali daranno risposte più concrete sull’andazzo dell’affare, che ha superato i dodici mesi di trattative. Non basteranno comunque nuovi investitori per riportare il Diavolo in Paradiso, Tuttosport evidenzia e consiglia anche l’ammodernamento della dirigenza sportiva. Tradotto: serve un ds.
Al termine di questa stagione Adriano Galliani potrebbe venire affiancato da una figura convincete, il vero sostituto di Braida, così l’attuale Rocco Maiorino riprenderebbe in mano il ruolo di capo degli osservatori. Da qui parte la rivoluzione.