Dopo un periodo incerto e ricco di avversità, Il Milan ha battuto prima la Sampdoria qualificandosi ai quarti di finale di Coppa Italia e poi ha replicato contro il Frosinone qualche giorno più tardi in campionato. Entrambe le vittorie sono figlie di sacrifici e sono arrivate dopo aver superato tante difficoltà, per questo motivo i rossoneri meritano una sosta natalizia serena in modo da recuperare tutte le energie perse ed iniziare il 2016 alla grande. In realtà non andrà proprio così dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi degli ultimi giorni. Il Presidente rossonero ha sparato a zero su tutto e tutti: a partire dall’allenatore, alcuni giocatori e di come sono stati utilizzati i fondi destinati al calciomercato.
Proviamo a fare chiarezza, partendo proprio dalle sue ultime parole: “Voi avete la fortuna di avere padre Matteo come allenatore”. Un grande incoraggiamento per i ragazzi della Comunità terapeutica di Trivigliano, visitati da Berlusconi alla Vigilia di Natale, ma una frecciata a Sinisa Mihajlovic. Il serbo sembra non godere della fiducia del Presidente, nonostante le parole al miele spese finora durante le interviste direttamente da Milanello. Questa dichiarazione fa eco a quella rilasciata all’uscita di un ristorante di Desio dopo una cena di Forza Italia ad inizio settimana: “Io sono sempre innamorato del Milan, quest’anno ho speso 150 milioni. Non so quando ritorneremo a vincere, non dovrei essere incazzato?“. Partiamo dalla circostanza in cui Berlusconi è stato intercettato: forse non era il momento migliore per disturbarlo, forse non era la situazione ideale e forse non sarà stato l’orario giusto per parlare di certe cose.
Il discorso è che la cifra non torna poiché sono poco meno di 90, i milioni spesi per il calciomercato. Si tratta comunque di una cifra importante, anche se i conti sono stati leggermente ritoccati: con tutta probabilità, il Presidente avrà considerato anche l’ingaggio pagato ai calciatori. In ogni caso però non avrebbe neanche senso parlarne visto che è lo stesso Presidente rossonero a consegnare i soldi tutti gli anni nelle mani di Adriano Galliani. Se sbagli il primo, sbagli il secondo e sbagli il terzo anno è inutile continuare ad affidarsi all’amministratore delegato milanista se non si condivide a pieno il suo lavoro. Cambiano i giocatori e cambiano gli allenatori, ma certe figure sono sempre le stesse. Non stiamo facendo polemica e non vogliamo attribuire nessuna colpa a Galliani, pensiamo solo che certe uscite siano semplicemente poco utili e ancor meno delicate. Soprattutto nei periodi dell’anno in cui il Milan non gioca e proprio quando la squadra dovrebbe riposare e stare serena.
Passiamo brevemente al discorso dei giocatori: “Perché Zapata gioca titolare? Non lo so, non dovete chiedere a me“. Domanda che lascia il tempo che trova dato che l’ultima partita giocata dal difensore colombiano in campionato risale addirittura all’inizio di ottobre. I numeri parlano chiaro però: con Zapata in campo, il Milan ha vinto tre partite e ne ha perse quattro con ben 13 gol subiti. Quasi due a partita. Metterlo da parte era più che sensato, ma parlarne adesso è troppo tardi. Il Presidente avrebbe dovuto rispondere a tono, la sensazione è che non si fosse reso conto della sua assenza. Su Boateng invece: “Necessario il suo ritorno? Perché, preferite Cerci?”. Un’altra risposta evitabile, chissà come l’avrà presa il numero 11 rossonero. Sicuramente non avrà fatto: “Hip hip, urrà!”.