Dalla Sampdoria al Carpi, da una bella vittoria ad un triste pareggio (senza gol). Nel giro di una settimana lo stesso Milan, nei giocatori (a parte De Sciglio al posto di Antonelli) e nel modulo, ha fatto molti passi indietro nella prestazione, rovinando la prospettiva del campionato e compromettendo il sogno di puntare veramente alla zona Champions. Anche il verdetto del Braglia ha dimostrato che la squadra ha grandi problemi da risolvere: cinque per la precisione, secondo l’analisi de La Gazzetta dello Sport.
Scarsa velocità . Innanzitutto la manovra rossonera è lenta e prevedibile, ci sono pochi movimenti senza palla e di conseguenza le azioni appaiono evidentemente statiche. Si corre tanto, ma non nel modo giusto. Poche idee. La manovra non è fluida, il gioco non si impone mai perché si concentra sull’avversario, risultando prevedibile. Montolivo ha messo ordine, però la sua regia è troppo scolastica. Poco carattere. Il limite più datato. L’approccio contro il Carpi (compreso quello nella ripresa), per esempio, è stato tremendo a tal punto che l’avversario neopromosso ha dominato per mezz’ora. Il gruppo ha bisogno di fiducia, quindi servono vittorie ad ogni costo. Scarso periodo di forma. Condizione flop, o se preferite lontana dal 100%, per alcuni top chiamati a fare la differenza: ovviamente Bacca, a digiuno di reti da un mese abbondante dopo aver trascinato i compagni ad inizio stagione.
Infine la rosa. Sono 28 i calciatori a disposizione di Mihajlovic, ma domenica sera l’allenatore ha fatto un solo cambio a gara in corso (Luiz Adriano per Cerci). Tradotto: le riserve non sono all’altezza. Un segnale abbastanza chiaro alla società facendo capire che nel mercato di gennaio urgono rinforzi di qualità se si vuole seriamente lottare per il terzo posto.