Milan-De Sciglio: troppi bassi e pochi alti. E’ il momento della scossa?

Scrivi De Sciglio, leggi: giovane dal grande talento, inespresso. Una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde per gli amanti del cinema, di Peter Parker e l’uomo ragno per i fan dei classici a fumetti, con Mattia a interpretare i panni dell’uomo timoroso da una parte e del ragazzo del college dall’altra. Il classe 92′ meno costante nella storia dei terzini del Milan, con grande clamore mediatico dietro, e troppe poche buone prestazioni messe a segno sin dal debutto datato 28 settembre 2011. Avversario il Viktoria Plzen. Il numero 2 rossonero che ha da sempre dimostrato di possedere ottime doti balistiche, accompagnate da buona gamba e cura per il cross. La fascia di appartenenza, quella di sinistra, non l’ha sempre visto protagonista indiscusso, piuttosto assente non giustificato. L’out di destra all’occorrenza, non ha di certo portato migliori risultati. Tanto da far meglio esaltare le qualità di un certo Luca Antonelli, anche lui cresciuto nelle giovanili di Milan ma non per questo visto da tutti come un predestinato. Gli infortuni, degli altri, sono sempre stati la sua ancora di salvataggio, senza cui una sua costante riproposizione in campo e non sulla fascia, sarebbe stata possibile.

Contro la Sampdoria a tratti si è rivisto un pò di quel Mattia perso ormai tra i confini cechi o le belle prestazioni in terra spagnola, contro l’Atletico ad esempio. Gli si addita un carattere troppo rinunciatario, senza sbavature e con poca personalità. Il paragone con un certo Paolo Maldini se inizialmente poteva essere un vanto, ora potrebbe diventare un macigno pesante da sopportare. La reazione di ieri, a seguito di un tuffo a metà campo da parte di un giocatore avversario, l’hanno notata tutti: dentri stretti e voglia di far valere le proprie ragioni. Il tutto condito da un cartellino giallo sacrosanto.

Reazione, vero, ma che non deve essere considerata la svolta decisiva di chi faceva della normalità, il suo più gran pregio: posizione, entrate pulite e capacità di gestire i grandi palcoscenici. D’altronde anche l’eclissi milanista non è di certo stata salutare per il ragazzo che nel frattempo ha avuto modo di indossare maglia della nazionale e fascia da capitano. La maglia azzurra appunto che lo vede ogni volta autore di discrete prestazioni, in una difesa schierata a 4 che vede come interpreti gli uomini bianconeri. Ora tifosi e allenatore si aspettano maggiore concentrazione e partecipazione alla manovra, il tempo è scaduto.

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