Queste le dichiarazioni rilasciate da Marcello Lippi, alla Gazzetta dello Sport, e raccolte anche da Calciomercato.it: “Non vorrei che qualcuno pensasse che io mi stia mettendo sul mercato: non è il mio caso. Ho detto basta alla Cina, ma non ero stanco di calcio. Mi ritrovo a vedere partite e pensare a cosa farei, chi sostituirei. Se capitasse l’occasione, bene, altrimenti, fa lo stesso. Come giocherebbe la mia nuova squadra? Con il 4-3-3, come modulo di base, ma non con gli attaccanti esterni che si abbassano per contrastare i terzini, tipo 4-5-1. Quando si conquista palla, gli attaccanti esterni si accentrano, i laterali di difesa diventano ali, con un corridoio più libero per crossare: se poi hai un centravanti alto, meglio così. E i due centrali difensivi si alzano in linea col play per una difesa a tre. Può farlo la Roma, con De Rossi. È tramontata l’idea che un tecnico conti il 20%. Non è così e non lo è mai stato per Mourinho, Capello, Van Gaal, anche Lippi e altri: sono gli stessi grandi giocatori a pretendere una guida forte e sicura, chi ti faccia vincere e migliorare i contratti. Serve un tecnico esperto e competente, che entri nella testa dei giocatori e tiri fuori il meglio. Allegri? È concreto, ha buone conoscenze tecnico-tattiche, sa cambiare e ha coraggio. Non era mica da tutti mettere Morata in panchina e individuare in Mandzukic la rabbia e la cattiveria per scatenare una rincorsa fantastica a cui non credeva nessuno, oppure l’idea di tornare al 3-5-2. Guardiola è la prima rivoluzione dopo Sacchi? Certo. Ha creato e allenato la squadra più forte di sempre: il Barcellona. Oggi, Pep è uno dei due o tre migliori al mondo, anche se il numero uno, al momento, è Ancelotti: nessuno è come lui, ha grande esperienza da calciatore e poi, da allenatore, accanto a Sacchi. Ha vinto in ogni campionato e lo farà anche in Germania. Non c’è un calciatore che abbia mai detto una parola negativa nei suoi confronti. Ci vogliono qualità e cultura calcistica“.
This post was last modified on 30 Dicembre 2015 - 14:09