Galliani, via! E Miha torni sergente. Milan, accozzaglia di strapagati

Ci sono giornate in cui scrivere di Milan è davvero una cosa difficile. Come perdere ulteriore tempo dopo l’ora e mezza dedicata alla visione dell’ennesimo stillicidio di calcio giocato, anzi non giocato. Eppure a qualcuno tocca riferire la delusione dei tifosi. Non che la Curva Sud abbia lesinato contestazioni e che lo stadio semi vuoto per uno strano caso del destino. Ma è importante raccogliere tutte le urla di disapprovazione provenienti dal mondo Milan, quello vero, quello dei tifosi. La tabella prenatalizia stilata dal Sergente di cui parleremo in seguito, è andata ben presto a farsi “benedire”, tanto per non citare le starlette e ballerine di Arcore del Presidente. Quattro punti persi e chissà quanti ancora in bilico, prima del liberi tutti per le vacanze.

Vacanze che avrebbero dovuto regalare ai tifosi rossoneri un illusione di competitività per la corsa al ritorno in Europa. E che invece portano con sé un’ennesima amara sensazione che altri soldi, quelli dell’abbonamento, siano stati ingiustamente buttati nel wc. Se esistesse il diritto di recesso nel calcio, sarebbero tante le richieste di rimborso. Forse anche di danni per i milioni di travasi di bile prodotti da questa immonda accozzaglia di strapagati, che hanno il coraggio di farsi chiamare Milan. Lontani sono gli anni in cui ci si arrabbiava se il Milan non si qualificava per la finale di Champions. Quasi fosse un obbligo, se non un diritto. Poi sono arrivati quelli in cui ci si arrabbiava se la società individuava l’obiettivo minimo dei primi tre posti in campionato. Dopo quelli, sono arrivati i giorni del “siamo a posto così e siamo competitivi per tornare in Europa”. Inutile citare quelli di quest’anno dove la Coppa Italia, vinta quasi con noia nel lontano 2003, sembra essersi trasformata nella coppa dalle grande orecchie. Bene, un ridimensionamento che seppur denunciato da noi tifosi Non Evoluti nel lontano 2009, ha superato persino le nostre più pessimistiche previsioni e che non sembra essere destinato a finire presto.

Le dichiarazioni da prima repubblica del contestato Adriano Galliani, lasciano intendere che non abbia nessuna intenzione di lasciare la poltrona tanto amata e per la quale ha mosso per anni pedine in modalità Kasparov. Un feudo troppo importante per essere lasciato ad altri, a costo di portarlo alla sua autodistruzione. E in questo tritacarne di losche quanto false amicizie e marci intrecci di mercato, è solo il Milan a pagarne le conseguenze. E con lui la salute di una tifoseria che non sa più come invitare il dirigente a togliersi dalle palle…di Natale, ovviamente. Ma se questa è una guerra che ha perso pure Barbara Berlusconi, difficile che accada per la mancanza di qualche striscione o per i ripetuti “Galliani via dal Milan” sollevati dalla tifoseria organizzata. I tentacoli sono ben saldi e ramificati in tutti i punti strategici. Ostentati con una arroganza tale da far sospettare che a posto dell’inno del Milan, starebbe bene la colonna sonora del Padrino, con tanto di pioggia di rose in stile Casamonica. “Adriano è da sempre uno dei migliori dirigenti e non può essere lui la causa di questa situazione” affermano prontamente i sostenitori dell’ Ad della parte sportiva, rimasti in pochi per la verità. Abbiamo provato a creder loro, ma dopo quattro anni senza vittorie e soprattutto senza uno straccio di progettualità per tornare competitivi, non possiamo continuare a cercare negli allenatori, gli alibi per giustificare l’attuale situazione.

L’esperto, inflessibile e capace di farsi scivolare tutto addosso, Massimiliano Allegri; l’intelligenza fatta calcio, Clarence Seedorf; La passione dal sangue rossonero, Pippo Inzaghi ed infine l’ex nemico, freddo e tenace Mihajlovc. Tutte mele da buttare via dal cesto rossonero. Tutte tutte tranne una, forse la più marcia di tutte. Il campo da comunque verdetti non imputabili alla sola mala gestione societaria. Il gioco latita così come la convinzione nei loro mezzi da parte dei giocatori. La mancanza di personalità dei ragazzi è imbarazzante tanto da perdere in maniera scontata con le grandi e non riuscire addirittura a vincere con le piccole, anzi direi minuscole Carpi e Verona. Rosa inadeguata dicevo, ma non tanto da esimere l’allenatore da ogni colpa. Sinisa, da me voluto e difeso con decisione in più situazioni, fatica a tenere le redini di questo cavallo impazzito. Costretto dagli infortuni a comporre ricette diverse con sempre gli stessi scarsi ingredienti, Mihajlovic sta comunque fallendo nel trasmettere quella che è una sua forza e caratteristica, la grinta. Dopo gli esordi di inizio campionato con le sue conferenze stampa post partita condite da bordate ai suoi giocatori, il serbo sembra essersi allineato ad un aziendalismo che non avrei mai pensato lo colpisse. Si narra che in uno dei colloqui avuti mesi fa con la società, gli sia stata mostrata una scatola con dentro una testa mozzata, quella di Clarence Seedorf. Musichetta inquietante con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani a suggerire “Mica male la nostra rosa…veeeerooo?”.

Incubi del sottoscritto a parte, Sinisa sta rinunciando alla sua arma migliore e le dichiarazioni post partita condite da “dalla prossima cercheremo di fare meglio” sono addirittura scivolate nel ridicolo appellarsi agli errori arbitrali. Sia chiaro sin da subito che sono anche io saltato sulla sedia per le evidenti sviste di Valeri, ma nascondersi dietro un dito dopo aver regalato un’ennesima prestazione imbarazzante, beh questo è troppo da Inter e nessun dramma calcistico presente e futuro, mi porterà a giustificare le nostre sconfitte in tal maniera. Urge quindi che il Sergente torni a fare il sergente. Non fosse solo che per la sua dignità. Torni a dare delle capre a chi bruca l’erba dei campi da calcio invece che giocare; Esiga i giocatori come ha fatto con l’ottimo Romagnoli; Continui a puntare sui giovani poiché i senatori abbiam visto di che aiuto sono. De Jong docet. Torni insomma a fare il Mihajlovic che conosciamo, prima che sia troppo tardi. Aveva promesso un regalo di Natale ai tifosi rossoneri. Dodici punti prima della fine dell’anno. Tutto saltato, dicevamo. Regalo e sogni di rimonta.

E i tifosi si sa, sono come bambini innamorati e creduloni. Non è bello tradirli così. Fra qualche giorno sarà festa e la banda di mediocri twitterà le proprie immagini da qualche isola caraibica o da un lussuoso yacht in acque cristalline. In compagnia come sempre di belle donne che hanno fatto credere di star con loro perché uomini irresistibili. Si come no, tanto quanto i procuratori amici del Condor, gli hanno fatto credere di essere da Milan. Buon Natale.

Vi aspetto su Twitter (@nonevoluto) e su Facebook alla pagina “Milanisti Non Evoluti 2.0″, Alessandro Jacobone

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