Non basta una gara a sancire il ritorno ad alti livelli di un calciatore, ma nella evidente mediocrità mostrata da Alessio Cerci e nella svogliata lena con cui Keisuke Honda l’ha sostituito fin qui, la gara di Frosinone ci ha fatto rivedere il giapponese titolare e l’esterno ex Torino accomodato in panchina. E non solo, per di più il numero 10 rossonero ha anche giocato molto bene con buona pace di Cerci.
La velocità di Honda resta quella della risacca, ma le prospettive per diventare uno tsunami si possono anche intravedere. Specificatamente nella partita contro il Frosinone Honda ha approfittato di un atteggiamento dei ciociari di stampo difensivo, con due linee molto strette a difesa del limite dell’area, permettendo al Milan un giro palla lento e coscienzioso: modus operandi che ben si addice al ritmo e al tipo di gioco di Honda, tanto che il giapponese è più volte entrato nel vivo delle azioni rossonere posizionandosi tra le linee e giocando palloni semplici e uno due stretti per gli inserimenti che hanno permesso o a lui o ai compagni di presentarsi a tu per tu con Leali (come nell’azione del gol di Abate) .
Il movimento ad accentrarsi tra le linee è ciò che più mancava al Milan delle ultime partite e Honda ne ha interpretato il ruolo in maniera ampiamente sufficiente. Ora c’è da capire se finalmente ha scalzato il posto da titolare a Cerci, date anche le parole di Mihajlovic: “Se gioca così, giocherà sempre”. Serve continuità per portare il Milan ancora più in alto del sesto posto che al momento è insidiato solo dal Sassuolo a cui manca una gara da giocare. Tuttavia scoprire di avere alternative di gioco valide, per Mihajlovic e per i tifosi, è già una buona notizia.