Nell’incontro valido per i sedicesimi di finale di Coppa Italia, il Milan batte il Crotone e approda agli ottavi di finale, ma disputa una pessima prova sotto ogni aspetto. Sinisa Mihajlovic vara un ampio turnover e presenta un 4-3-3 che, sotto l’aspetto tattico, risulta a dir poco deleterio e inefficace.
I centrocampisti interni si alzano senza il minimo criterio, tanto da non garantire stabilità, da non interdire e da non fare il minimo filtro, mentre gli esterni di difesa e d’attacco svolgono molto male entrambe le fasi. In questo modo, i rossoneri soccombono nella zona nevralgica del terreno di gioco, concedono spazi tra le linee e sulle fasce e si espongono alle azioni di rimessa avversarie. Di conseguenza, un Crotone ordinato e determinato, in campo con un 3-4-3 equilibrato e mirato a difendersi e ripartire in velocità, riesce a subire poche occasioni e a ripartire al meglio. Insomma, per quanto visto in campo, il Milan meriterebbe l’eliminazione.
Tuttavia, l’ingresso di Niang e, soprattutto, di Bonaventura, che entra con grinta e convinzione, crea palle gol e superiorità numerica e imprime la sua griffe sull’incontro, cambia il volto della partita e permette al Diavolo di staccare il pass per il turno successivo. Ciò nonostante, per ottenere risultati rilevanti, Mihajlovic ha l’obbligo di presentare un Milan corto ed efficace in fase di non possesso, con due incontristi fissi e con gli esterni che ripieghino. In caso contrario, la stagione prenderebbe una bruttissima piega.
This post was last modified on 1 Dicembre 2015 - 23:54