Questo le dichiarazioni rilasciate da Niang, intervistato oggi da La Stampa.
Sulla Juve e gli allenatori: “Partita da dentro o fuori? No, noi siamo sesti e loro stanno dietro. Manca tanto alla fine. Allegri? Mi ha lanciato e fatto vivere il momento più bello della mia carriera facendomi giocare contro il Barcellona. Mihajlovic? Ho ritrovato lo stesso feeling, mi voleva anche alla Sampdoria e fin dal primo giorno ho capito che intendeva portarmi in alto. Se troverò più spazio con il 4-3-3? Con Mihajlovic gioca chi lo merita, il modulo non c’entra“.
Adesso il Milan è il posto giusto: “Forse prima non ero ancora pronto per una grande squadra. Le esperienze in prestito sono servite. Se mi spaccerei ancora per Traoré? No, però non è l’unica cosa che non rifarei. Ho anche lasciato il ritiro della Nazionale francese cacciandomi in un bel guaio. Ma sbagliando si impara. Il paragone con Henry? È stato un grande campione, ma io lavoro per diventare più forte di lui“.
Momento e compagni: “Siamo più sicuri, all’inizio c’erano un paio di cose da correggere. Adesso subiamo meno gol, facciamo più possesso palla e segniamo di più. Balotelli? Deve approfittare di questo momento per riflettere. Tutti si dimenticheranno di lui e potrà lavorare tranquillo per tornare più forte di prima. Io so cosa significa stare fuori: quando non giochi non ricevi più cinquanta telefonate al giorno e hai il tempo per concentrarti meglio su di te e sul lavoro che devi fare“.