#ComeControLaLazio, avevo twittato prima della partita. #ProprioPerUnC… mi ha ritwittato un deluso milanista, come dargli torto. Quella che viene da tutti ritenuta la partita del campionato, ha visto la mediocrità farla da padrona. Contro una Juventus convalescente e non più cattiva come quella di Antonio Conte, il Milan si è presentato timido e impreciso. Ripartenze e passaggi elementari sbagliati, hanno perdonato più volte i bianconeri scesi in campo con una formazione accompagnata dai mugugni dei suoi tifosi. Storia già vista qui a Milano, questione di tempo.
Tornando a noi e i nostri molteplici problemi, il Milan continua a cadere nel momento in cui vincere vorrebbe dire dare una forte spallata alle eterne paure. Manca la continuità e l’intensità necessaria a sopperire alle qualità tecniche che questa squadra non ha. In poche infatti le luci che hanno illuminato il gioco rossonero. Un sontuoso Cerci in versione Robben ed un vivo Niang dalla parte opposta, non hanno trovato il giusto supporto da parte dei compagni. Purtroppo Bacca non è Ibrahimovic, ne nel tenere alta la squadra proteggendo il pallone, ne tantomeno dimostrandosi leader, almeno caratterialmente.
Considerato oro per l’attacco milanista, non è altro che un ottimo giocatore lucidato ad arte per farlo apparire quello che non è. Troppi gli errori in ripartenza, troppi i passaggi elementari sbaglati dal colombiano.
Ovviamente non è lui i nostro problema ma una rosa costruita male che sta costringendo il mister a utilizzare un modulo che oggi sarebbe dovuto essere cambiato. I tre del centrocampo rossonero sono stati messi davanti ad un quartetto di bianconeri composto da Pogba, Sturaro, Marchisio ed Hernanes. Un tre contro quattro che ha messo il Milan in costante inferiorità numerica. Dettaglio che ha influito nel gioco e nella gestione dello stesso.
E’ inoltre preoccupante il fatto che si giochi sempre con il Golden Goal. Ogni volta che il Milan va sotto, la partita finisce. Questo non è accettabile e la colpa va condivisa tra squadra e allenatore.
Mediocrità dicevo, in panchina dalla parte bianconera e nei suoi giocatori da quella rossonera. Equilibrio rotto da uno dei pochi fuoriclasse presenti in campo, Dybala. Sì, quello che ha scelto la Juventus invece che un Milan senza più appealing. E di questo non è certo colpevole Mihajlovic.
Il calendario regala, da qui alla Befana, cinque partite abbordabili. Sampdoria, Verona e Bologna in casa; Carpi e Frosinone in trasferta. Quindici punti non sono utopia e si dovranno concretizzare per riportare la squadra nella parte alta della classifica. Se poi qualcuno crede che la mia richiesta sia eccessiva, allora diciamocelo e compriamo una corona di fiori per celebrare davvero un funerale al Milan che fu.
Vi aspetto su Twitter (@nonevoluto) e su Facebook alla pagina “Milanisti Non Evoluti 2.0″,
Alessandro Jacobone