Dopo le tre vittorie consecutive, dopo prestazioni finalmente importanti, la partita contro l’Atalanta rappresentava il vero punto di svolta della stagione del Milan. La pressione sui ragazzi di Mihajlovic era forte, le aspettative erano alte, forse la squadra non ha retto, resta il fatto che il deciso passo indietro rispetto la sfavillante vittoria dell’Olimpico è stato evidente e inaspettato. Come se la squadra avesse paura a fare il salto di qualità, fosse terrorizzata dallo stare in alto e tornare a far paura agli avversari.
Il mister serbo aveva indicato questa come la gara più difficile, anche e soprattutto per le assenze, pesanti ma che non possono essere una giustificazione alla sconcertante partita. Pochissime idee in campo, zero voglia di aggredire l’avversario e di imporre il gioco, un’involuzione tecnica e fisica che ha lasciato tutti perplessi. Nella ripresa era emblematica la difficoltà nel costruire un’azione da gol: un Milan in completa balia dell’Atalanta che ha giocato, dominato e creato occasioni con il piglio della big e con la spensieratezza di chi sa come sfruttare le proprie armi. Le uniche note liete del match rossonero sono state il ritorno su buoni livelli di Niang, che in maniera confusionaria, ma è stato l’unico a creare qualcosa in avanti e poi la maiuscola prestazione del baby Donnarumma. Il gigantesco portiere ha letteralmente salvato i suoi con tre interventi miracolosi, mantenendo la porta inviolata per la seconda volta in questa stagione. Paradossalmente nella partita in cui il Diavolo ha subito più tiri in porta non ha subito reti, contrariamente a quanto succedeva prima quando veniva punito alla prima occasione.
Da sosta a sosta il Milan ha conquistato 11 punti su 15, un ottimo bottino, considerando il momento della squadra dopo lo 0-4 subito contro il Napoli, ma un bottino che lascia un imponente amaro in bocca perchè si poteva e si doveva fare di più, la gara di ieri era solo da vincere, per avvicinarsi alle prime, per affrontare la sosta serenamente e per presentarsi allo Stadium fra due settimane con fiducia ed entusiasmo. Non è successo, la quarta sinfonia non è stata suonata e il punticino preso sta molto più stretto alla banda di Reja. Ora però non è il momento dei rimpianti, dei se e dei ma, non è il momento di guardare la classifica che poteva essere ma che non è stata. Dimenticare e ripartire. In casa della Juve, nel nuovo stadio bianconero, il Milan in campionato non ha mai vinto: sfatare questo tabu’ dev’essere la motivazione ossessionante dei prossimi 15 giorni.