Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e collabora con Sprint & Sport, giornale di informazione sportiva di calcio giovanile e dilettantistico di Lombardia e Piemonte. E’ una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.
Ammetto di avere un debole per Manuel Locatelli. Anzi, ne sono follemente innamorato. Lo seguo oramai da quando aveva ancora i capelli ricci ricci e indossava una medaglia tricolore, simbolo di uno dei tanti trofei vinti nella (ancora breve) carriera. Ma il futuro può solo riservargli delle sorprese: è un predestinato e i suoi piedi sono la più bella dichiarazione che un addetto ai lavori di calcio giovanile possa comprendere.
Le frasi di Galliani nel pre-partita di Milan-Atalanta sono passate troppo sotto traccia: “Saremmo realisticamente contenti, se riuscissimo a inserire un ragazzo stabilmente in Prima Squadra. Negli ultimi anni, ne abbiamo inseriti tre. Pensiamo ci sia un centrocampista che l’anno prossimo potrà far parte del prima squadra: è Locatelli”, ha ammesso l’ad rossonero. Apriti cielo: un altro giovane lassù? Eh, sì. E’ proprio così. E Manuel Locatelli se lo merita in tutto e per tutto, a partire dall’impegno, costante e perseverante, che il ragazzo ha messo a disposizione del Milan in questi anni. Strappato all’Atalanta per uno sgarbo di mercato, gioca nelle giovanili rossonere da quando faceva parte della squadra Esordienti. E non sarà un caso se ogni allenatore gli affida le chiavi del centrocampo per poter iniziare il gioco dai suoi piedi. Destro o sinistro per lui non fa differenza, gioca abilmente davanti alla difesa e a testa alta ricalca perfettamente quello che il celebre “Modello Milan” vuole insegnare ai talenti rossoneri: palla a terra e tecnica sopraffina, Locatelli docet.
Dicono di lui che che assomigli a Xavi: regista, piedi fatati, visione di gioco elevata. Nella sostanza Locatelli riesce ad abbinare tecnica e corsa, quantità e qualità, inserimento e recupero palloni. In talento cristallino, un predestinato che l’anno prossimo farà parte della prima squadra. Era ora, se mi permettete.
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