Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e collabora con Sprint & Sport, giornale di informazione sportiva di calcio giovanile e dilettantistico di Lombardia e Piemonte. E’ una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.
Un tempo dominavano. Magistralmente in campo, abilmente in ambito comunicativo. Ora invece sembra che lo facciamo apposta a farci del male da soli. Ieri avevo già pronto l’argomento per questo editoriale, ma il comunicato, con parole a seguito del giocatore su Facebook, sulle condizioni fisiche di Diego Lopez mi ha fatto storcere il naso. Qualcosa nella ricostruzione della società non mi torna.
“Da qualche mese il portiere rossonero soffre di una tendinopatia rotulea al ginocchio sinistro, che è stata fin qui gestita con trattamenti fisioterapici senza interruzione di attività fisico-atletica e di allenamenti”, recitava il comunicato del Milan apparso ieri pomeriggio sul sito rossonero. Ma come, Diego! Il portiere ha perso il posto da titolare dopo il gol subito di Baselli a Torino e dopo due settimane spunta un infortunio che lo terrà lontano dal campo per un periodo indeterminato? No, la cosa è sospetta. La stampa aveva messo Mihajlovic spalle al muro dopo l’errore contro i granata e il tecnico serbo ha risposto puntando su Donnarumma come portiere titolare. Ma il secondo non era Abbiati? Altra domanda. Viviamo in un’epoca nella quale trattenere una notizia come questa, cioè di un problema fisico del portiere titolare del Milan, inevitabilmente finirebbe in primo piano fra tifosi e media. E com’è possibile che nessun giornale ne abbia mai parlato? L’infortunio è reale e verificato, ma il tempismo della notizia stride con le ultime decisioni di Mihajlovic in merito al portiere titolare.
Caro Diego, stavolta l’hai fatta fuori dal vaso. Anzi, nel vaso ci finisce anche il Milan. Perché Diego Lopez in panchina, abile e arruolabile, era un problema evidente e scomodo da sistemare. Il portiere, visto anche il mercato invernale alle porte, avrebbe potuto stringere i denti e giocare ancora un paio di partite prima di alzare bandiera bianca, lasciando tempo alla società di correre ai ripari nel mercato di riparazione. E invece ecco il colpo di scena. Ma le bugie hanno le gambe corte, si sa…
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This post was last modified on 3 Novembre 2015 - 15:54