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Centrocampo in affanno

La brutta prestazione di ieri sera del Milan contro l’Atalanta mette un po’ in ombra le buone cose che si erano intraviste nelle ultime uscite e fa riemergere vecchi difetti di una squadra che evidentemente non ha acquisito quella maturità essenziale che serve per essere più continua. Una delle cose che non ha funzionato nella serata di San Siro, forse quella più evidente, è il centrocampo. Una mediana che doveva fare a meno della qualità di Andrea Bertolacci, molto positivo contro Chievo e Lazio, e non poteva nemmeno far ricorso alla duttilità di Giacomo Bonaventura. E così, con Andrea Poli e Juraj Kucka ai lati dell’acciaccato Riccardo Montolivo, c’era molta più quantità che qualità in mezzo.

Si poteva presupporre che i tre avrebbero sofferto il dinamismo e la corsa dei dirimpettai bergamaschi, ma sinceramente non così tanto come si è visto nel match di ieri. Il centrocampo rossonero, infatti, non è risultato essere incisivo quando c’era da attaccare ed è andato costantemente in affanno quando c’era da difendere. Capitan Montolivo ha giocato un buon primo tempo e ha svolto discretamente la doppia fase, ma poi è calato alla distanza (anche se visti i pochi allenamenti nelle gambe era prevedibile) e nel secondo tempo è sparito dal campo. Di questo né ha risentito anche la squadra, come se si fosse spenta la luce che poteva illuminare la serata del Meazza.

Ancora peggio hanno fatto i suoi due colleghi di reparto. Kucka ha fatto male, non si è mai reso pericoloso con i suoi inserimenti in avanti, in fase di contenimento è stato lento e ha sofferto la brillantezza dei vari De Roon e Grassi e in fase di appoggio è stato lento e macchinoso. Se, si considera il fatto che contro la Lazio era stato uno dei pochi a non brillare e nelle partite precedenti non era apparso in gran forma, c’è da preoccuparsi. Stesso discorso vale per Andrea Poli. Lui corre, si sbatte, cerca sempre di dare una mano alla squadra, ma la qualità è quella che è e, ieri, dopo l’ottima prova fornita all’Olimpico, non ha offerto nemmeno la solita quantità. Anche se molto stanco, l’azione che ha portato al tiro Cerci nel finale di gara, è l’emblema dei suoi limiti tecnici.

This post was last modified on 9 Novembre 2015 - 12:42

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redazione