Il ritorno al futuro rossonero si legge 4-4-2. L’analisi

Ormai da qualche giorno si parla in casa milanista di una possibile scelta tattica che sta balenando in testa al mister Sinisa Mihajlovic. L’allenatore serbo, infatti, pare molto intenzionato a lasciare da parte moduli tattici troppo idealizzati per ricompattare la squadra in un più solido, tranquillo ed efficiente 4-4-2. Una scelta agli antipodi se pensiamo a come si sta evolvendo il calcio europeo, ma per andare avanti spesso bisogna ancorarsi bene alle conoscenze del passato, specialmente se questo si rifà ad un glorioso passato di calcio all’italiana.

La decisione è maturata dopo le recenti gare, che tutto hanno mostrato tranne che un Milan organizzato e tatticamente disciplinato. Nonostante il modulo sia stato provato poco in allenamento, come asserito anche da Christian Abbiati ai microfoni di Milan Channel, c’è una concreta possibilità di vederlo attuato nella sfida col Torino. L’amichevole di Monza ha parzialmente confermato l’opzione, così come s’è visto nel secondo tempo della sfida ai brianzoli: in quel caso sono stati provati Boateng e Luiz Adriano, ma il parco attaccanti rossoneri permette di creare diverse combinazioni.

Un modulo del genere permetterebbe, inoltre, il reintegro di giocatori che negli ultimi mesi erano diventati oggetti oscuri o decisamente ridimensionati rispetto a quanto visto in precedenza: uno su tutti è Alessio Cerci, che da seconda punta ha fatto le sue fortune, ma che anche da esterno nei quattro di centrocampo potrebbe ritrovare la sua dimensione; a centrocampo Montolivo e De Jong potrebbero finalmente trovare un feeling mai sbocciato e dare qualità e quantità nel medesimo momento alla mediana. Tuttavia, il 4-4-2, se l’obiettivo resta tornare in Europa, non può che essere un trampolino di lancio verso un gioco tatticamente più complesso, più simile alla concezione metafisica della tattica di Guardiola, al Gegenpressing triangolare del Borussia Dortmund di Tuchel o al tridente meraviglioso del Barcellona di Luis Enrique. Siamo lontani da tutto ciò, ma lavorare dalla base del calcio, che è il 4-4-2, per costruire sopra un avvenire da Milan è la strada giusta.

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