In questo ennesimo drammatico inizio di stagione rossonera, si è riaperta la stagione per individuare il capro espiatorio e nel calderone delle critiche ci sono finite tutte e tre le componenti: società, giocatori e anche allenatore. Si, perchè dopo lo 0-4 contro il Napoli tra le pareti di Milanello è tornata a risentirsi la parola ‘esonero’.
Per il momento la panchina del serbo sembra salda, certo è che altri passi falsi lo metterebbero a serio rischio. Come Mihajlovic tutti ha delle colpe, ha fatto degli errori in queste sette giornate. Sotto il piano dell’intensità, del ritmo, della voglia e della fame non sembra aver portato niente di innovativo. L’ex Inter è stato scelto dalla dirigenza proprio per questo suo temperamento, perchè è sempre stato un motivatore che faceva rendere al meglio i giocatori, anche se tecnicamente inferiori agli avversari. La Sampdoria dello scorso anno rifletteva sul campo il credo calcistico di Sinisa, questo Milan è rimasto quello passate stagioni, inerme e senz’anima. Se questa mancanza di carattere ha portato a prestazioni orribili come la prima a Firenze o l’ultima col Napoli, altri sbagli tattici hanno compromesso altre gare. Tutti ci ricordiamo della decisione sorprendente di schierare Nocerino e Suso dal primo minuto contro l’Empoli. I due giocatori, praticamente fuori dal progetto tecnico sono apparsi spaesati e sono stati sostituiti nella ripresa. Altre decisioni, soprattutto nei cambi e nella scelta dei titolari, sono sembrate azzardate, come il cambio Alex-Calabria a Udine che ha scombussolato la difesa e ha permesso ai friulani di sfiorare la rimonta. Oppure l’inserimento solo nei minuti finali di Bacca contro il Genoa: lo spunto del colombiano sarebbe servito al posto di uno spento Luiz Adriano. E anche nell’approccio e nella lettura dei match la squadra ci ha capito bene poco nella maggior parte delle situazioni.
Il bandolo della matassa sembra lontano, Mihajlovic, soprattutto a centrocampo, sta provando diverse soluzioni che stanno tutte dando risultati insufficienti. Chiaramente parlare e giudicare dopo le partite è estremamente facile e forse ingiusto, forse il problema principale di questa crisi non è il tecnico ma anche lui ha delle responsabilità. La società ha fiducia in lui ma serve una sua svolta, soprattutto a livello mentale. Fino a questo momento è stato difeso, sta lavorando con la massima serenità come è giusto che sia, serve pazienza in quello che sta facendo ma il tempo degli errori e degli esperimenti sembra già terminato.