In occasione della gara valida per uno tra i due posticipi della settima giornata di campionato, un Milan disastroso e mal disposto sotto l’aspetto tattico perde per quattro reti a zero, subendo una tra le sconfitte casalinghe più pesanti della propria storia recente. In campo con il solito, e poco efficace, 4-3-1-2 di stampo offensivo, gli uomini di Sinisa Mihajlovic provano a fare la partita, ma non trovano il bandolo della matassa, non incidono, non creano nulla di interessante, vengono arginati, si espongono ad azioni di rimessa e concedono con regolarità spazi in mediana, sulle fasce (specie sulla destra) e tra le linee.
Sul centro-destra, infatti, Kucka è schierato in posizione troppo avanzata e non riesce a interdire a dovere, lasciando che i partenopei possano sfondare e surclassare il fragile De Sciglio. Sul centro-sinistra, la situazione è un po’ meno tragica, fino a quando Mihajlovic non decide di sostituire un Bertolacci nel complesso dignitoso e di passare a uno scolastico 4-4-2 standard. In questo modo, dal momento che il Milan non presenta incontristi fissi, il Napoli si impossessa delle redini del gioco, può usufruire di varchi, può colpire senza problemi e, quando necessario, ha il tempo di fare girare palla senza problemi e di rifiatare.
Intanto, i rossoneri non fanno nulla per migliorare la situazione e subiscono l’imbarcata. Una débâcle, quest’ultima, che trova Sinisa Mihajlovic tra i suoi principali colpevoli. Il tecnico serbo è reo di non sapere impostare la linea mediana, specie in fase di copertura, di non presentare due interditori nell’undici di partenza, di avere relegato in panchina un gladiatore del livello di Nigel De Jong, di non sapere ben preparare le partite, di non essere in grado di leggere lo sviluppo delle gare e di non sapere correggere i propri errori. Riuscirà, nelle prossime gare, a smentire gli scettici e a invertire la tendenza? Al campo, la sentenza.
This post was last modified on 4 Ottobre 2015 - 23:10