È stato corteggiato tutta l’estate da Adriano Galliani affinché accettasse la panchina del Milan ma Carlo Ancelotti ha rifiutato. Un anno sabbatico, quindi, per l’ex allenatore del Real Madrid dopo l’esonero, che non gli ha impedito, però, di seguire da vicino l’evoluzione della squadra guidata da Mihajlovic.
Intervistato dal Corriere della Sera, in edicola oggi, Ancelotti ha raccontato come è avvenuto il contatto tra lui e Galliani in estate: “Quando ha saputo che non sarei rimasto a Madrid, Galliani è venuto a sondare il terreno. Si è presentato con tutto il suo affetto nei miei confronti ma io gli ho detto subito: no grazie. Abbiamo trascorso bei giorni. Galliani è piacevole e brillante. Ma dopo due anni di Real ero senza energie. Di soldi non abbiamo nemmeno parlato. Fosse stato un altro momento sarei tornato”.
Ecco, quindi, che la panchina del Milan è stata affidata a Mihajlovic. Non è stato certo un avvio brillante quello dei rossoneri guidati dal serbo ma Ancelotti ha piena fiducia: “Mihajlovic è uno di carattere, con una buona esperienza in Italia. A occhio e croce quello che manca, come diceva il vecchio e saggio presidente del Catania Massimino, è l’amalgama. Ma non bisogna perdere fiducia, bisogna insistere. Al Milan sta capitando quello che è successo alla Juve che dopo essere arrivata alla finale di Champions naviga in retrovia. Bisogna dare tempo agli allenatori”.
Infine una battuta su Galliani, finito nel mirino della critica per aver “strapagato” giocatori come Bertolacci e Romagnoli. Ancelotti, in merito, non ha dubbi: “La gente ha la memoria corta. Contestare Galliani al Milan è come contestare la Madonna. Per me resta il dirigente più bravo in Italia. Romagnoli lo volevano tutti, non solo il Milan. Così il prezzo è salito. Bertolacci? A essere sincero non lo conosco”.
This post was last modified on 7 Ottobre 2015 - 17:03