Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).
Una settimana fa, su queste stesse pagine, eravamo qui a sottolineare quanto fosse necessario concentrarsi su ciò che la rosa attuale potesse offrire, in termini di qualità, disponibilità e attaccamento alla maglia.
In mezzo c’è stata l’amichevole col Mantova, che in un mondo normale non dovrebbe sparigliare le carte, ma nell’universo Milan 2015-16 lo fa e alla grande. E’ stato sufficiente un match contro una squadra di Lega Pro per alzare un polverone così fitto, che a distanza di sette giorni ci troviamo ancora ad agitare le mani per provare a capirci qualcosa.
Doveva essere l’occasione di sperimentare assetti nuovi, magari un centrocampo più fioretto che sciabola. L’occasione di rivedere Balotelli e più in generale l’occasione per tastare il polso della Squadra con la S maiuscola. Ebbene, paradossalmente si è usciti con meno di certezze di prima; un mister furioso per l’approccio di molti, in particolare per l’ormai celebre ‘blocco italiano’, dal quale udite udite, solo Balo è parso uscire quasi senza macchia.
Montolivo su tutti è stato chi c’ha rimesso di più, mediaticamente e non. Non è questa la sede per approfondire chi sia nella ragione o nel torto. Oggi conta l’opinione dell’allenatore. E conta più di tutto. Conta perché è proprio senza una guida tecnica autorevole che si è arrivati ad avere un gruppo poco competitivo e demotivato. Conta perché è lo scossone che desideravamo tutti e che ora dobbiamo sostenere. Potrebbe non essere un’idea di calcio affine a quella della storia recente rossonera, ma importa il giusto. Dopo due giornate sputare sentenze è un esercizio deleterio. Non schiereremmo nel derby una mediana Poli-De Jong-Kucka? Metterla sul piano della fisicità contro Kondogbia e soci può essere un errore? Tendenzialmente sono con voi. Tuttavia la stagione non finisce domenica e l’idea di Milan che ha in questo momento Mihajlovic potrebbe non essere vincente oggi, ma esserlo tra un mese, tra due, tra tre o anche non esserlo mai. Il punto però, è che il progetto di Sinisa va rispettato.
Abbiamo voluto un leader carismatico? Adesso seguiamolo.
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