Nel corso della trasmissione di Italia1, Magazine Champions League, Paolo Maldini ha rilasciato una lunga intervista, nella quale ha raccontato tutto di sè e della sua fantastica carriera al Milan: “E’ un colore che ho nel sangue, qualcosa che va al di là dello sport. Il Milan fa parte della mia vita: iniziò mio padre, poi e ora i miei figli giocano nelle giovanili. Mi è sempre piaciuto il calcio, la palla mi faceva divertire: deve essere qualcosa di genetico. Dopo l’oratorio e i giardinetti, feci questo provino a dieci anni per il Milan e da lì iniziò tutto“.
Maldini ricorda i grandi trionfi in rossonero: “La finale della Coppa Campioni del 1989 oggi sarebbe irripetibile, con lo stadio diviso a metà: al Camp Nou ci saranno stati 2 pullman dei tifosi dello Steaua contro 90.000 tifosi del Milan. Ci sembrava un’occasione irripetibile ma è con quello spirito che poi abbiamo giocato altre sette finali“.
Poi si passa ad Istanbul 2005 e Atene 2007: “In Turchia fu incredibile: dominammo 110 dei 120 minuti, creammo occasioni anche dopo il 3-3 ma così va il calcio, anzi lo sport. Della finale greca ricordo poco, ero talmente imbottito di antidolorifici che ricordo solo i gol di Inzaghi e il momento di quando alzo la coppa… due giorni dopo mi operai al ginocchio e al risveglio per qualche attimo non mi resi conto se avevo vinto o perso“.