Lavagna tattica: l’Udinese di Colantuono

Trasferta insidiosa per il Milan che, martedì sera, affronterà l’Udinese di Stefano Colantuono. I bianconeri, nonostante siano reduci da tre sconfitte consecutive, sono una squadra in grado di fare bene e di dare del filo da torcere agli uomini di Sinisa Mihajlovic. In campo con un 3-5-2 di stampo difensivo, i friulani scenderanno in campo con la grinta e la determinazione di chi sta raccogliendo meno di quanto seminato e metteranno in scena una prestazione caratterizzata da aggressività, furore, animus pugnandi, corsa e intensità.

La compagine bianconera dovrebbe disputare una gara d’attesa, con i mediani incaricati di rimanere bassi e bloccati e di mettere in circolo dinamismo e abilità in fase di non possesso, al fine di aggiudicarsi lo scontro nella zona nevralgica del terreno di gioco, non concedere spazi tra le linee, vincere contrasti, bloccare potenziali occasioni da gol, proteggere al meglio la difesa e avviare potenziali azioni di rimessa. Compiti simili verranno dati agli esterni di centrocampo, che dovranno stare molto attenti agli equilibri e ben alternare le due fasi, senza mai scoprire le corsie di competenza. Insomma, salvo colpi di scena, l’Udinese si chiuderà molto, farà densità a centrocampo e, una volta recuperata palla, tenterà di ripartire in contropiede, sfruttando le qualità delle due punte e gli inserimenti di uno tra i due interni di centrocampo.

Ecco allora che il Milan dovrà stare attento a non sottovalutare l’impegno e a non farsi infilare in contropiede. Affinché ciò non accada, Mihajlovic dovrebbe riproporre dal primo minuto due incontristi fissi, Andrea Poli e Nigel De Jong, con il conseguente avanzamento sulla trequarti di Jack Bonaventura, capace di sfruttare la minima défaillance degli interditori friulani, e la rinuncia all’anemico Keisuke Honda. Il tutto per garantire filtro, solidità, sostanza, concretezza e compattezza al centrocampo. Qualora il Milan scendesse in campo con un solo mediano di rottura, infatti, l’Udinese potrebbe esprimersi al meglio, riuscire a fare la partita della vita e ad aggiudicarsi l’incontro. Provare (e riflettere) per credere.

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