Un gol all’Inter prima dell’addio al Genoa, un grande biglietto da visita per il Milan verso il derby. Kucka lo giocherà dall’inizio, così ha già deciso Mihajlovic, e non vede l’ora come dimostrano le sue parole nell’intervista di stamane a Tuttosport.
Su quella rete speciale ai nerazzurri: “Quel gol mi resterà nella testa per tutta la vita, non è stato il più bello ma è stato il più importante della mia carriera perché quel gol ci ha dato l’Europa League. Era quasi l’ultimo minuto, proprio sotto la gradinata nord: un’emozione davvero indimenticabile“.
Lui, interista mancato: “Il calcio è così: avevo firmato un contratto con loro, però sono rimasto in prestito al Genoa per un altro campionato. L’Inter poi non mi ha più voluto e io sono rimasto lì, comunque contento. Quando sono arrivato in Italia per sei mesi è andato tutto a meraviglia. Poi la stagione successiva ho giocato male e forse per questo motivo l’Inter si è tirata indietro e non se n’è fatto nulla. È stato un anno difficile, non mi sentivo mai in forma e mi sono pure fatto male. Forse ha inciso il fatto che avessi in testa l’idea che sarei andato a Milano. O forse non ero ancora pronto. Ora però sono al Milan e voglio dimostrare di poterci stare in una grande“.
Derby e Inter sotto analisi: “Il derby perfetto è quello in cui vinco e… faccio pure gol. E mi va bene pure di schiena. Queste sono partite ‘diverse’, in cui spesso più che a calcio si gioca sui nervi. Sono partite uniche, particolari e affascinanti. Come finisce? Spero bene per noi. Non fa differenza se un derby si gioca alla terza giornata oppure alla quindicesima: noi dobbiamo preparare per bene la sfida con l’Inter anche se abbiamo a disposizione poco tempo e andare in campo con un solo obiettivo: vincerla. Ogni vittoria è importante, pure quella con l’Empoli lo è stata, ma il derby pesa di più. Chi ha più da perdere? Si sono giocate soltanto due partite di campionato, per giunta con il mercato aperto, ed è difficile capire quali siano i valori in campo. A Firenze, quando io giocavo ancora per il Genoa, non è andata bene. Poi con l’Empoli abbiamo vinto e ore vediamo che succede in una gara che, ripeto, è diversa dalle altre. L’Inter ha molti giocatori insidiosi da affrontare. Se devo sceglierne per forza uno, dico Jovetic perché possiede davvero tanta qualità: noi dovremo essere bravi a limitarlo“.
Dal Busaspor… al Diavolo: “Era l’unica offerta che ara arrivata per me: le due società stavano parlando da una settimana e poi è spuntato il Milan. È stato tutto velocissimo. Quanto ci ho messo a dire sì? Forse un minuto e mezzo. Scherzi a parte, ho detto subito sì. Il mio modello da giovane era Paul Scholes, magari diventassi per il Milan quello che è stato lui per il Manchester United“.
Impatto, emozioni ed ambizioni rossonere: “Mi auguro solo di non avere problemi fisici perché qui posso solo migliorare. Anche se molte cose sfuggono a chi giarda le partite, per diventare grandi giocatori bisogna affinare particolari che paiono impercettibili. E questo lo puoi fare soltanto giocando a grandi livelli. Il mio sogno da milanista è vincere tanti trofei, partendo magari dallo scudetto, ma il mio sogno più grande si è già avverato ed è essere qui ad allenarmi con addosso la maglia di una delle società più importanti al mondo. È stato tutto molto veloce: sono piombato a Milano, ho fatto le visite mediche, sono sceso in campo a San Siro contro l’Empoli e poi via, sono partito per la Nazionale e ora mi ritrovo qui con un derby da preparare. Di fatto, non ho ancora avuto il tempo per pensare a niente. Però basta respirare l’aria che c’è a Milanello per capire cosa rappresenta il Milan per il calcio mondiale: è una società che ha vinto tutto e che ha fatto la storia di questo sport. La pressione sarà tanta ma è normale se stai al Milan che sia più alta rispetto a quando giochi nel Genoa. Certo è che l’obiettivo della stagione è quello di tornare in Champions, là dove deve stare una società come il Milan“.
Su Bacca, Luiz Adriano e Balotelli: “Se possono convivere? Sì, ma non dipende da me: questo va chiesto all’allenatore“.
Su Mihajlovic: “Un sergente di ferro? Dovete chiedermelo tra un po’. Essendosi messa di mezzo la Nazionale, non ho ancora avuto modo di conoscerlo bene perché ho fatto pochi allenamenti con lui“.