Mario può fare molto di più

Fabrizio Villa collabora con SpazioMilan.it da settembre 2011, dopo esser stato realizzatore nel 2010 per Sky Sport. E’ opinionista a “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

Lo diciamo adesso. Dopo che ha giocato titolare, dopo che ha segnato un gran gol, dopo che è stato nominato MVP dall’allenatore e dopo una vittoria: Mario può fare molto di più. Può fare di più di una magia su punizione. Può fare di più di conquistare falli e far ammonire quattro avversari in 90 minuti. Può far di più di non reagire alle provocazioni dagli spalti e non.

Questo Balo piace ai giornalisti perché parla poco, ma spara frasi ad effetto. Non è maleducato e ogni tanto sorride. Piace a Miha perché calcia in porta con straordinaria potenza e precisione, porta a spasso mezza difesa e fa salire la squadra quando c’è bisogno di respirare. Piace ad Adriano Galliani perché una palla sotto l’incrocio capita raramente la metta un giocatore pagato 0.

Tuttavia queste sono solo le evidenze. Non è poco, ma non è tutto. Non bisogna aver timore di chiedere a Balotelli di muoversi senza palla. Andare in profondità senza chiederla sempre sui piedi. Rendere verticale la manovra e non sopirla. Dialogare non solo sullo stretto ma anche negli spazi. Un calciatore col suo fisico, il suo atletismo e la sua tecnica, non può e non deve prediligere un gioco statico.

Steven Gerrard, tra le altre cose, di lui ha detto: “La sua carriera sembra un incredibile spreco di talento“. Ebbene, per quanto sul piano statistico il suo apporto fino ad ora sia più che positivo e i media ne esaltino l’atteggiamento, restano sostanzialmente a zero gli intangibles, ovvero tutte le azioni che non finiscono sui tabellini, ma che talvolta decidono le partite più di un gol fatto; il velo a favorire un compagno, un’apertura di prima che porti poi all’assist per l’altra punta o che avvii semplicemente una ripartenza. Fare pressing sui centrali difensivi anche solo per rallentarne l’impostazione del gioco. E’ la somma di tutti questi ed altri fattori a dare il vero valore aggiunto per il Milan.

Non è un caso che Bacca al Friuli non si sia visto per nulla, mentre accanto a Luiz Adriano sembrasse Sheva. Il brasiliano con le treccine, momentaneamente affetto dalla sindrome di Robinho sottoporta, con tutto il movimento che fa con la palla e senza, esalta il partner d’attacco. Ed è un merito enorme, che migliora il rendimento della squadra nel medio-lungo periodo. Segnare mandandola nel sette fa vincere un match ogni cinque, se sei bravissimo. L’approccio di Balo 2.0 è ok ed è un discreto punto di partenza. Il salto di qualità sta solo nella sua voglia di determinare sul serio.

Twitter: @fabryvilla84

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